Senegal: rilasciati due membri dell’MFDC per la mediazione di S.Egidio
Michele Raviart – Città del Vaticano
In Senegal due membri del Movimento delle Forze Democratiche della Casamance (MFDC) di Salif Sadio sono stati rilasciati dal governo di Dakar, nell’ambito delle “misure di fiducia reciproca” nate dal negoziato portato avanti dalla Comunità di S.Egidio per porre fine al trentennale conflitto che coinvolge il sud del Paese. Il rilascio, avvenuto con la cooperazione del Comitato internazionale della croce rossa è un passo avanti per una soluzione pacifica del conflitto, insieme all’incontro del 26 dicembre scorso, che ha visto rappresentanti dell’MFDC confrontarsi con la popolazione nel villaggio di Djiro, nel distretto di Sindian-Bignona.
Un conflitto che ha coinvolto anche il vicino Gambia
Scoppiata tra gli anni ‘80 e ’90 nella regione meridionale di Casamance, la lotta per l’indipendentismo ha causato circa 30 mila morti, spesso coinvolgendo anche il vicino Stato del Gambia, che separa la regione dal resto del Senegal. L’MFDC, unito fino alla morte nel 2007 del leader Augustine Diamacoune Senghor, è ora diviso in varie milizie e l’obiettivo è quello di arrivare a una pace negoziata con il governo.
Don Angelo Romano: “la gente vuole la pace”
“Il conflitto ha bloccato lo sviluppo non solo della Casamance, ma di tutto il Senegal”, ha affermato don Angelo Romano, dell’Ufficio relazioni internazionali della Comunità di S.Egidio. “Nelle aree rurali, dove ci sono ancora villaggi molto poveri, migliaia di persone hanno dovuto lasciare le loro case” e oggi stanno tornando dopo 15-20 anni, ha continauto, “sono state usate molte mine”, e alcune zone sono ancora inaccessibili. Un fattore chiave per la pace, ha affermato don Angelo, “è l’atteggiamento della popolazione: la gente vuole la pace e la società civile è molto attiva.
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