Dal voto nessun governo per l’Italia, M5S primo partito, Renzi lascerà
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Con pochi seggi ancora da scrutinare si delineano con chiarezza vincitori e sconfitti delle elezioni politiche italiane 2018. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito sia alla Camera che al Senato con oltre il 32% dei voti. Il centrodestra è la prima coalizione con più del 37%, e la Lega, che supera il 17%, con Forza Italia appena sopra il 14% può indicare Matteo Salvini come leader e possibile premier. Ma il centrodestra da solo non ha i numeri per governare. Il grande sconfitto è il Partito Democratico, che si ferma al 19%, ben al di sotto delle attese.
Il Pd sconfitto, non vuole fare da stampella
Il segretario Matteo Renzi ha preso atto della sconfitta e in serata ha annunciato che lascerà la guida del partito, non appena sarà formato un nuovo governo. “Doveroso aprire una pagina nuova” ha spiegato, negando però ogni possibilità di accordo con le forze anti-sistema Lega e Cinque stelle.
I numeri del voto del 4 marzo disegnano un’Italia che sembra spaccata in due: i 5 Stelle si impongono al Sud e sulle Isole, mentre il centrodestra è in vantaggio nel Centro Nord. Il temuto astensionismo non c’è stato: l’affluenza alle urne infatti è stata quasi del 73%, anche se in molti seggi si sono registrati code e ritardi, per problemi burocratici e organizzativi.
Fontana avanti in Lombardia, Zingaretti nel Lazio
Lentamente arrivano anche i risultati delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio, dove gli exit poll danno vincenti rispettivamente Attilio Fontana (centrodestra) su Giorgio Gori e il presidente uscente Nicola Zingaretti (centrosinistra) su Stefano Parisi. Anche i primi dati reali confermano questo trend.
Gli esperti: rischio ingovernabilità, la palla a Mattarella
Secondo gli analisti dalle elezioni italiane è arrivato un segnale di insoddisfazione verso la politica tradizionale. Si tratterebbe, dunque, di un voto in chiave antisistema, che raccoglie anche molte delle istanze antieuropeiste. Ora la palla passa al presidente Mattarella, che dovrà assegnare l’incarico esplorativo a uno dei leader dei partiti vincenti. Secondo Flavio Felice, del comitato organizzatore delle Settimane Sociali italiane, al microfono di Alessandro Guarasci, l’ingovernabilità è evidente, ma una maggioranza potrebbe anche nascere in Parlamento, al momento dell’elezione dei presidenti di Camera e Senato. “Molto dipende dalle mosse in casa Pd”.
Molto difficile invece, per Felice, che Salvini rinuncia al ruolo di leader del Centrodestra per fare un governo con Di Maio e i Cinquestelle, da una posizione di gregario. “Vedo come unica soluzione un governo di scopo che faccia approvare una nuova legge elettorale, per andare di nuovo al voto”.
Al microfono di Federico Piana, Antonio Maria Baggio, docente di Filosofia politica all'Istituto universitario "Sophia" di Loppiano, parla di un'Italia divisa in due: un Sud che protesta e rifiuta l'attuale classe dirigente, dalla quale si è sentito abbandonato, votando i 5 Stelle, e un Nord che risponde ai richiami della Lega sui temi della sicurezza. Ma a chi dice che è impossibile formare un governo con questi numeri, risponde che non è scontato, sottolineando l'importanza del ruolo del Presidente Mattarella.
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