Frère Alois di Taizé: con il Papa per il Sinodo sui giovani
Delphine Allaire e Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Il prossimo Sinodo sui giovani, le nuove iniziative della Comunità di Taizé nel cammino ecumenico e nell’accoglienza dei giovani, ma anche l’accoglienza dei migranti nella sede francese della Comunità fondata nel 1940 da frère Roger Schutz. Sono stati i temi dell’incontro tra Papa Francesco e il priore della Comunità ecumenica di Taizé, frère Alois Löser, ricevuto in udienza nel Palazzo apostolico, come accade ogni anno, sempre nel mese di marzo. Naturalmente il priore di Taizé, nato in Baviera nel 1954, cattolico, alla guida della Comunità dal 2005, dopo la morte di frère Roger, anche ringraziato il Papa per il suo ministero, alla vigilia del quinto anniversario della sua elezione.
Anche a Taizé accogliamo rifugiati
“L’ho ringraziato – ci racconta frère Alois - per la maniera così pastorale di vivere il suo ministero. Questo è un grande incoraggiamento per molte persone, anche al di là dell’appartenenza alla Chiesa cattolica”. Poi, ci dice, l’ho informato delle iniziative che abbiamo preso di recente “nell’ambito della ricerca ecumenica e dell’accoglienza dei giovani. Il Papa ha insistito sull’importanza dell’ospitalità”. Abbiamo parlato, prosegue il priore di Taizé, “anche di rifugiati: questo è un tema che lo preoccupa molto, ed è una preoccupazione che noi condividiamo in pieno, accogliendo anche noi, a Taizé, alcuni rifugiati”.
Bisogna accompagnare il desiderio di autenticità dei giovani
Infine il Sinodo sui giovani, carisma della Comunità: “Gli ho detto che noi accompagniamo, ora, questo cammino del Sinodo. Il cardinale Baldisseri è venuto a farci visita a Taizé. Noi ascoltiamo molto i giovani: hanno un desiderio di autenticità, che bisogna scoprire, prendere sul serio e accompagnare”.
Un pontificato in grande continuità con il Concilio
Frère Alois, entrato in Comunità nel 1974, e autore di numerosi canoni di Taizé oggi cantati in tutto il mondo, ci parla anche del quinto anniversario dell’elezione di Papa Francesco e del suo pontificato. “Si tratta di una grande continuità ma al tempo stesso di un grande cambiamento – ci dice - una grande continuità del pontificato, molto chiara, con il Concilio Vaticano II: in un contesto che è già cambiato, la sua grande apertura, la maniera pastorale di vivere il suo ministero”. Questa cosa, spiega, lo avvicina a molti giovani che lo ascoltano e che si aprono all’esigenza del Vangelo.
Ecumenismo, per rispondere alle nuove divisioni
Per Francesco, conclude il priore di Taizé, “l’ecumenismo non è faccenda tra cristiani, ma è la necessità di essere coerenti con il Vangelo, per essere insieme portatori di pace in un mondo dove le divisioni diventano sempre più grandi. Anche in Europa, si stanno ricreando divisioni che sembravano superate. L’ecumenismo ha lo scopo di trovare una risposta a queste questioni del nostro tempo”.
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