Le Università cattoliche di fronte all'immigrazione: se ne parlerà alla Gregoriana
di Adriana Masotti
Gestire un fenomeno oggi così centrale come quello dei rifugiati e dei migranti non può significare dare soltanto una prima accoglienza a chi arriva da un mondo lontano, significa offrirgli una possibilità migliore di vita, integrandolo in un nuovo contesto sociale. E nell’integrazione un ruolo importante hanno l’istruzione e la formazione umana e professionale. Il mondo della scuola e delle università in questo può fare tanto.
La Federazione Internazionale delle Univesità cattoliche (FIUC), raccoglie la sfida e lancia un grande progetto presentato oggi in Conferenza stampa a Palazzo Pio, sede della Radio Vaticana, a Roma. Solo un primo assaggio perchè proprio sul tema “Rifugiati e Migranti in un Mondo Globalizzato: Responsabilità e Risposte delle Università”, si svolgerà dal 1 al 4 novembre un Convegno internazionale.
Ad ospitarlo la Pontificia Università Gregoriana con la partecipazione di rappresentanti anche delle università di Oxford, Kinshasa, Ottawa e Sydney, con l'obiettivo di creare una migliore comprensione della crisi mondiale che coinvolge rifugiati e migranti, nonché studiare varie strategie per sensibilizzare a questa realtà gli studenti universitari.
“Questa Conferenza mira a mostrare l’educazione superiore in azione, impegnata non solo per il mondo dell’educazione, ma per l’umanità stessa”, afferma François Mabille, Segretario Generale della FIUC, e ad essa saranno rappresentate istituzioni quali l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e il Jesuit Refugee Service (JRS).
La Conferenza, infatti, vuol dare un contributo alla ricerca di mezzi riguardo all’istruzione ai rifugiati e le organizzazioni che già stanno sviluppando progetti in questo senso, parleranno alla Gregoriana. E che l'istruzione abbia una grande rilevanza lo dicono molti rifugiati: rappresenta il futuro, la speranza, dopo l’incubo di un difficile passato. “Certamente, dice il gesuita maltese, padre René Micallef, l'idea è di ascoltare da un lato quello che già si sta facendo, sulla formazione, per esempio, nei campi profughi”, ma l’obiettivo è anche tener conto dei tanti studenti stranieri presenti negli Atenei.
“Quello che si vorrebbe fare", prosegue p. Micallef, "è di pensare anche a cosa si può attuare già dentro le nostre università: cioè affronatare le difficoltà qualche volta degli studenti di entrare, di avere i loro titoli riconosciuti e quindi, in questo momento, vogliamo lanciare questa rete e poi cominciare in modo più pratico a lavorare a partire dai problemi che si presentano e dalle disponibilità che ci offrono le Università”.
Padre Micallef sottolinea inoltre un terzo aspetto: la valorizzazione del ruolo sociale delle Università. “La dottrina sociale della Chiesa ha parlato, forse, in primo luogo, delle aziende come aventi una responsabilità sociale", afferma, "ma penso che tutte le istituzioni abbiano una responsabilità sociale e le Università che hanno potenzialmente una voce molto importante nella società civile, hanno una responsabilità nel formare la gente, nell’aiutarla a pensare, ad andare oltre quello che sembra, che si sente e che si percepisce".
Tra gli obiettivi principali del Convegno dei prossimi giorni, dunque, quello di sviluppare una rete di Università e Organizzazioni per promuovere e accrescere la collaborazione sulle questioni relative a migranti e rifugiati. Al momento almeno 12 organizzazioni d’alto profilo si sono dichiarate disponibili.
E anche il Dicastero per il servizio dello Sviluppo umano integrale, la cui sezione migranti e rifugiati è guidata dal Papa stesso, ha accolto subito con favore il progetto della FIUC. Così ne parla padre Fabio Baggio, già presidente dello Scalabrini International Migration Institute (SIMI) di Roma, attuale sotto-segretario del Dicastero pontificio. "Dobbiamo dire",afferma, "che appena è uscita l’iniziativa, abbiamo subito pensato che era un’opportunità unica. L’abbiamo presentata al Santo Padre e il Papa ha detto:'Sì, deve essere fatta'. Pensate,1800 università cattoliche, stiamo parlando di centinaia di migliaia di studenti: persone che verranno formate come professionisti, leader delle comunità, persone che saranno ricercatori e docenti domani! La Rete che si costituisce noi l'appoggeremo in tutti i modi possibili. Immaginate, come i vasi comunicanti, dove è possibile fare anche in modo che risorse grandi, di docenti, di ricerche, di metodologie ma anche di strumenti, possano essere condivisi”.
Papa Francesco riceverà in Udienza privata, sabato 4 novembre, i partecipanti al Convegno per condividere le riflessioni fatte nel corso dei lavori.
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