Vescovi Usa: la riforma fiscale deve aiutare individui e famiglie
“Il Congresso deve agire immediatamente e porre rimedio a politiche fiscali sostanzialmente viziate”. Così si è espresso il vescovo Frank J. Dewane, presidente della Commissione per la giustizia e lo sviluppo umano della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, dopo la decisione del Senato americano di varare la legislazione sulla riforma fiscale, lo scorso 2 dicembre.
Mentre si attende che la Camera dei Rappresentanti e il Senato arrivino ad un disegno di riforma unico - riferisce l'agenzia Sir - mons. Dewane sottolinea “i difetti trovati in entrambe le leggi” e chiede che si “scelgano soluzioni politiche che aiutino gli individui e le famiglie”. Il vescovo, inoltre, ha preannunciato un’analisi approfondita dei “miglioramenti necessari prima dell’accordo finale”, in modo da dare priorità a chi è in necessità.
“Vanno tenute in conto le considerazioni morali inviate al Congresso attraverso due lettere, il 9 e il 22 novembre”, ha continuato. Le missive consegnate a deputati e senatori contenevano cinque punti definiti fondamentali dai pastori statunitensi e riguardano sostanzialmente i poveri e i tagli alle cure sanitarie, le famiglie “su cui gravano oneri significativi”; il progressivo aumento delle tasse per la classe media e i tagli ai tributi per i miliardari; l’aumento del deficit pubblico e l’eliminazione di buona parte dei programmi per combattere la povertà e infine gli sgravi fiscali per donazioni caritative.
I vescovi plaudono solamente alla salvaguardia di 529 progetti a sostegno della vita nascente, ma sul resto della riforma continuano ad insistere, che il Senato e la Camera rivedano le loro posizioni e analizzino i dettagli della legge seguendo il principio del bene comune e l’attenzione ai poveri, come suggerito da papa Francesco nella Giornata mondiale della povertà, perché “l’indifferenza e l’omissione” sono un rischio palese in questa nuova e controversa normativa.
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