Costa d'Avorio. Card. Kutwa: pace è prerequisito per ogni sviluppo
Isabella Piro - Città del Vaticano
“L’invito del Papa a prestare attenzione alla situazione di coloro che soffrono maggiormente per la mancanza di pace nel mondo – scrive il card. Kutwa – ci permette di guardare alla situazione interna della Costa d’Avorio” che “ha conosciuto e continua a conoscere ancora oggi movimenti di popolazioni”, soprattutto per ragioni “economiche”.
No alla circolazione di armi
Tali movimenti migratori, evidenzia l’arcivescovo metropolita di Abidjan, creano difficoltà di convivenza, tanto che la Costa d’Avorio “è passata da una situazione calma, segnata dall'accettazione e dal rispetto reciproci, ad una fase di insicurezza latente”, spesso “fonte conflitto”. Non solo: il card. Kutwa condanna anche l’eccessiva circolazione di armi nel Paese, armi che “minacciano pericolosamente la pace e la serenità della popolazione”, in particolare dei minori coinvolti nei conflitti.
Rafforzare credibilità del Paese
Tra le altre minacce alla pace, il porporato indica anche “la spinosa e delicata questione degli esuli, dei prigionieri senza processo, della scuola ivoriana e dei suoi sbocchi”, insieme ad “avidità, invidia, rabbia, odio, lotta di classe, lotta per il potere e il rifiuto di ogni compromesso”. “Se vogliamo essere credibili agli occhi delle generazioni future – ribadisce il card. Kutwa - dobbiamo capire che è necessaria l'unità per rafforzare la credibilità del nostro Paese” e “non sacrificare il futuro della Patria sull'altare delle ambizioni personali, che dividono e portano dentro di sé situazioni di conflitto”.
Promuovere giustizia e tolleranza
“La Costa d’Avorio – conclude l’arcivescovo - appartiene a tutti coloro che vogliono costruirla, che desiderano vederla brillare nella giustizia e nella tolleranza, nella pazienza e nella serenità, nell'amore e nella prosperità, e infine nella pace”.
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