Il dramma del Congo: servono preghiera e pressioni internazionali
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“La Chiesa è l’unica voce autorevole del Paese e quindi ci troviamo in prima linea. Tutti sanno esattamente quello che sta accadendo nella Repubblica Democratica del Congo. Ma dato che le nostre sofferenze significano il guadagno di altri, il mondo preferisce rifugiarsi in un silenzio complice”. E’ il drammatico sfogo di padre Apollinaire Cibaka Citongo, docente del seminario maggiore del Cristo Re a Malole, dopo la repressione del governo del Presidente Kabila contro la manifestazione dei laici cattolici a Kinshasa, il 31 dicembre, che ha causato almeno 8 morti e 120 arresti.
Raffiche di mitra alla Messa
Alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, padre Cikongo ha raccontato delle raffiche di mitra e i lacrimogeni contro i fedeli a Messa, prima della manifestazione pacifica per chiedere a Joseph Kabila di rispettare gli accordi di San Silvestro del 2016 che includevano l’impossibilità per il Presidente di concorrere per un terzo mandato.
Secondo padre Cikongo la sola voce della Chiesa locale non può bastare, perché “i media sono tutti schierati con il governo e l’opposizione è frammentata in oltre 600 partiti politici”. Kabila, denuncia il sacerdote congolese attraverso Acs, gode dell’appoggio di Paesi occidentali e di India e Cina, che lo proteggono in cambio del controllo delle risorse minerarie congolesi.
ACS Italia: serve pressione internazionale su Kabila
Abbiamo chiesto al direttore di Acs Italia, Alessandro Monteduro, cosa può fare la Chiesa per i cristiani della Repubblica Democratica del Congo, dopo la preghiera convocata da Papa Francesco il 23 novembre scorso. “Preghiera e pressioni da parte della Comunità internazionale sul governo del Congo” propone Monteduro, che ricorda come il Paese sia in maggioranza cristiano. Ma se accanto alla preghiera Occidente, India e Cina facessero “le dovute pressioni sul presidente Kabila, probabilmente la democrazia potrebbe tornare a fiorire anche nella Repubblica Democratica del Congo”.
La generosità dell’Italia per la Chiesa congolese
Non si ferma intanto la generosità dei cattolici italiani a sostegno dei cristiani perseguitati nella regione africana dei Grandi Laghi. “Nel solo 2016 - racconta il direttore di Acs Italia - nella Repubblica Democratica del Congo abbiamo finanziato progetti per oltre 3 milioni e 300mila euro”. E’ il maggior impegno economico in tutta l’Africa. “Sosteniamo prevalentemente la formazione dei religiosi e delle religiose. Nel 2016 abbiamo supportato 41 seminari e aiutato la formazione di 1230 seminaristi. In questo momento siamo molto impegnati nella ricostruzione del principale seminario di Malole”.
Il minibus per i domenicani di Kinshasa
Piccoli gesti di grande generosità. La scorsa settimana, racconta Monteduro, finalmente i padri domenicani di Kinshasa hanno potuto acquistare un minibus, grazie alla generosità dei cattolici italiani, per seguire le loro 5 parrocchie. “Percorrono centinaia di chilometri al giorno per portare la pastorale, raggiungendo i villaggi più sperduti. Allora quel minibus per loro significa amore e la parola di Gesù portata in ogni angolo del Paese”.
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