Pakistan: Chiesa condanna brutale stupro e omicidio di una bimba
Lisa Zengarini - Città del Vaticano
La notizia, riportata da tutti i media locali, ha suscitato sdegno in tutto il Paese. Non sono mancate anche proteste violente contro la polizia accusata di negligenza nelle indagini. Negli scontri tra manifestanti e polizia sono morte due persone. Alcuni video rintracciati dalla famiglia infatti mostrano la piccola mano nella mano con un uomo, ancora sconosciuto. I parenti lamentano che se quei filmati fossero stati acquisiti in tempo dagli inquirenti, forse la piccola si sarebbe potuta salvare. Ad inasprire gli animi, le ultime notizie sui numeri delle violenze a Kasur. Negli ultimi tre anni sono stati registrati 720 incidenti di abusi su minori, di cui 129 casi di stupro nel 2017. Il modus operandi dell’assassino sarebbe simile in diversi incidenti, circostanza che fa ipotizzare la presenza di un serial killer. Le indagini autoptiche rivelano che è stata stuprata varie volte e strangolata fino alla morte. Per ora, la polizia ha raccolto campioni di Dna da 90 sospettati.
La Chiesa pakistana denuncia il diffondersi della piaga della pedolfilia in Pakistan
Anche il presidente della Conferenza episcopale pakistana, mons. Joseph Arshad - riporta l'agenzia Asianews - ha espresso sdegno per l’accaduto, osservando che “l’assenza di giustizia e l’ignoranza affliggono la società pakistana e che la mentalità dominante non può essere sconfitta solo dalle istituzioni accademiche". Padre Morris Jalal, direttore esecutivo di una tv cattolica gestita dall’arcidiocesi di Lahore, ha proposto una campagna di sensibilizzazione contro gli stupri e per la protezione dei bambini. “Il cancro della pedofilia – sostiene – si sta diffondendo rapidamente e non è un fenomeno nuovo. I media sono tutti focalizzati su questo. Il facile accesso a siti pornografici alimenta questa mentalità. I bambini che frequentano lezioni di Corano sono facili obiettivi. Il soffocamento della società ha creato degli squilibrati. Le famiglie devono pensare in modo serio a come proteggere i propri figli. Questi metodi devono rientrare anche nei programmi di studio”. Secondo mons. Joseph Arshad "creare opportunità di lavoro per i giovani può aiutare a diminuire il trend degli abusi sui minori”.
Manifestazioni e condanne sui social
Tanti noti personaggi hanno espresso sui social la loro indignazione. Tra questi, Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace, ha twittato: “Ho il cuore infranto. Tutto questo deve finire. Il governo e le autorità interessate devono prendere provvedimenti”. Shehbaz Sharif, chief minister del Punjab, ha fatto visita alla famiglia di Zainab e assicurato indagini celeri. Oggi pomeriggio il Rawadari Tehreek (Movimento per la tolleranza) ha organizzato una marcia per la pace. Il corteo di 30 attivisti partirà da Lahore e arriverà a Kasur [50 km di distanza, ndr]. Ieri il gruppo ha manifestato contro l’omicidio davanti il club della stampa. Sugli striscioni campeggiava la scritta “Giustizia per Zainab”.
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