Mons. Gugerotti: drammatica l'emigrazione in Ucraina. Occore una maggiore solidità del Paese
Antonella Palermo- Città del Vaticano
"La parrocchia non è un museo, la Chiesa non è un sepolcro". Lo ha ricordato il Papa nella visita alla chiesa di S. Sofia a Roma, domenica scorsa, incontrando la comunità greco cattolica ucraina della capitale. Parole ritenute "estremamente tempestive e opportune" da mons. Claudio Gugerotti, nunzio apostolico in Ucraina.
Parrocchie vive al posto di chiese cimiteri
Mons. Gugerotti descrive lo sforzo di costruire parrocchie vive in questo Paese, dove in passato le chiese sono state anche cimiteri. "Le persecuzioni segnano molto profondamente, purtroppo, soprattutto per quel che riguarda la fiducia reciproca". Il presule commenta poi l'auspicio del Papa che le donne ucraine emigrate non abbiano più bisogno di compiere immani sacrifici per mantenere i loro cari. "La donna in Ucraina è il sostegno della società", ammette il nunzio. "La solidità - non sempre garantita in questo Paese - è il frutto del lavoro delle donne
Il dramma dell'emigrazione, specie femminile, e la povertà in Ucraina
E aggiunge che l'emorragia di emigrati è drammatica: "E' un fenomeno che si potrebbe definire post-bellico. Se il Paese si rinsalda e si rassoda, potrebbe anche essere una possibilità tornare. Altrimenti il rischio è che la diaspora diventi la madrepatria". Sulla situazione socio-politica attuale, Gugerotti ha la percezione che "si continui a privilegiare la contrapposizione violenta ai tentativi di dialogo", descrive gli stenti della popolazione raccontando le "lunghe code ai posti di blocco, con temperature inconcepibili" e gli anziani che ci rimettono la vita.
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