Annullo vaticano a 25 anni dalla morte del beato Puglisi
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Don Pino Puglisi circondato dai ragazzi del quartiere palermitano di Brancaccio, sullo sfondo la sua Chiesa: è l’immagine stampata sul francobollo che viene emesso oggi dall’Ufficio filatelico e numismatico vaticano. Un modo per ricordare il beato a 25 anni dalla sua uccisione, avvenuta la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56.mo compleanno. Proprio questa sua morte violenta, firmata dalla mafia per mettere fine al suo impegno contro la criminalità, è stata riconosciuta dalla Chiesa come martirio in nome della fede.
Sacerdote esemplare
Nell’Angelus del 26 maggio 2013, all’indomani della beatificazione avvenuta a Palermo, il Papa ha ricordato don Pino come “sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile”.
“Il francobollo – sottolinea mons. Vincenzo Bertolone, postulatore della causa di beatificazione e arcivescovo di Catanzaro-Squillace – è un omaggio che si rende alla figura di un galantuomo e di un santo. E’ la testimonianza che Puglisi vive ancora, parla resta un maestro di vita e soprattutto un punto di riferimento per i preti del Sud che lottano contro la mafia”.
25 anni fa anche il grido di Giovanni Paolo II contro la mafia
Mons. Bertolone ricorda anche una singolare coincidenza. “Venticinque anni fa nella Valle dei templi il grido di Giovanni Paolo II contro i mafiosi con l’invito a convertirsi – e sottolinea il presule – anche l’uccisione di don Pino. Sono eventi che ci rimandano ad un unico messaggio: la legalità parte dal cuore, dalla nostra quotidianità, dal rispettare le regole. Sono piccoli passi che permettono di contrastare una mentalità mafiosa”.
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