La carezza di Papa Francesco a una donna disabile La carezza di Papa Francesco a una donna disabile 

Giornata del malato, curare è annunciare il Vangelo

La Chiesa celebra la Giornata mondiale del malato puntando sul valore dell’accoglienza, come ricorda il Papa nel suo Messaggio. Fra Giancarlo Lapic’ dei Fatebenefratelli: la fede aiuta a rendere incondizionata la vicinanza a chi soffre

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

Giovanni che, sotto la Croce, prende Maria con sé, in casa sua. Per il Papa si condensa in questa scena l’icona dell’accoglienza, posta al cuore del Messaggio per la Giornata mondiale del malato.

Accanto alla vulnerabilità

In duemila anni, ricorda il Papa, la Chiesa ha prodotto una storia “ricchissima serie di iniziative” nei riguardi delle persone in difficoltà di salute. Una storia che parte da una virtù di fondo che va coltivata continuamente, afferma fra Giancarlo Lapic’, dei Fatebenefratelli: la disponibilità ad aprirsi a chi ci è accanto perché, dice, “se è difficile accogliere l’ordinaria prossimità, ancor più difficile accogliere una prossimità vulnerabile e malata”. Ed è la fede a rendere "incondizionata, totale" questa disponibilità.

“Senza la disponibilità all'altro è difficile accogliere la prossimità malata”

Cura non fa rima con guadagno

Nel suo messaggio, Papa Francesco invita tra l’altro a preservare gli ospedali cattolici “dal rischio dell’aziendalismo, che in tutto il mondo cerca di far entrare la cura della salute nell’ambito del mercato, finendo per scartare i poveri”. Questo purtroppo, osserva fra Lapic’, è tipico di una società che cerca di comprimere tutto “nell’ottica dell’efficienza, dell’efficacia, del criterio economico del risparmio e in definitiva del guadagno”. Al contrario, afferma, un ospedale che si ispira ai valori del Vangelo deve sempre interrogarsi sulla sua vocazione, che in fondo può sintetizzarsi nella convinzione cristiana che curare “è annunciare il Vangelo”.

Tra chi soffre con creatività e carità

“Non si dà la cura senza l’annuncio e non si dà senso ultimo all’annuncio senza la cura”. Su questa certezza che rivoluzionò la sua vita e aprì a una nuova visione dell’assistenza ai malati, 500 anni fa San Giovanni di Dio fondò i Fatebenefratelli. Il suo slancio, assicura fra Giancarlo, prosegue oggi in tutte le strutture dell’Istituto, dalla vicinanza agli immigrati ai nuovi poveri, dalle persone con disabilità mentale agli anziani soli. È l’impegno della “creatività suggerita dalla carità”, come scrive il Papa. Sta in questo, conclude il religioso, l’immagine della “Chiesa sanante, una Chiesa che cura, che si dedica”, che chinandosi sui malati annuncia il Vangelo della misericordia.

Ascolta e scarica l'intervista con fra Lapic'

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I Fatebenefratelli nel mondo
11 febbraio 2018, 08:00