Direttore Acs: i martiri sono un segno di speranza
Barbara Castelli – Città del Vaticano
Vogliamo vivere questa Settimana Santa “nel segno dei cristiani perseguitati, nel segno di chi soffre il martirio, e lo fa non solo morendo ma anche vivendo. Li poniamo al centro della nostra missione, cercando di fortificarne la speranza”. Con queste parole il direttore di Aiuto alla Chiesa che soffre, Alessandro Monteduro, racconta ai nostri microfoni lo spirito con cui ACS vive queste giornate, precisando quanto sia importante che soprattutto i giovani conoscano le tante storie di martirio nel mondo. “Sono storie di amore e di perdono”, ha detto, che possono permettere alle nuove generazioni di “costruire e rafforzare un percorso di fede”.
Il martirio di padre Jacques Hamel
Tra le tante storie, Acs ricorda in particolare il martirio del sacerdote 86.enne brutalmente ucciso da due estremisti islamici il 26 luglio 2016, a Saint-Étienne-du-Rouvray in Francia. Un esempio recentemente ricordato anche nell’ambito dell’evento Colosseo Rosso e che accende l’attenzione sulla libertà religiosa in Europa. Attraverso la secolarizzazione, precisa Alessandro Monteduro, ci stiamo indebolendo al nostro interno. La convivenza non può che essere attuata attraverso il dialogo, ma perché “il dialogo sia realmente fruttuoso – aggiunge – deve avvenire tra identità forti e orgogliose”, “così la libertà di fede tutta ne uscirà rafforzata”.
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