All’Antonianum Giornata di studio sul tema: Gioco o azzardo?
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
La predicazione sul gioco nel Medioevo. Una prospettiva teologica su tale fenomeno. Il gioco ricreativo come antidoto all’azzardo nel diritto canonico dal 1300 al 1500. Sono alcune delle riflessioni che hanno articolato, oggi, la Giornata di studio incentrata sul tema “Gioco o azzardo? Verso una risposta interdisciplinare” e organizzata dalla Pontificia Università Antonianum. Al centro dei lavori, anche i drammatici effetti del gioco d’azzardo nella nostra società, tra cui la dipendenza e le ricadute sul matrimonio e sul tessuto familiare. A moderare le riflessioni di diversi esperti il prof. Agustín Hernández, decano della Facoltà di Filosofia, e il prof. Jorge Horta, decano della facoltà di Diritto canonico.
Valorizzare il gioco ricreativo per sconfiggere l’azzardo
L’aspetto ricreativo e sociale del gioco - ha affermato il prof. Michele Sardella della Facoltà di Diritto canonico - può sconfiggere quello che sociale non è: l’azzardo. I giuristi dell’Alto Medioevo hanno dato una risposta concreta a questo problema: hanno proposto un gioco ricreativo e sociale come antidoto all’anti gioco, l’azzardo, che era molto radicato in quel periodo storico. I francescani – ha aggiunto - con la loro presenza all’interno del territorio, hanno cercato di dare un antidoto attraverso la ricreatività, il gioco sociale. Un aspetto sottolineato dai giuristi medioevale -ha concluso il prof. Sardella - è quello del ludus spiritualis: il gioco ha al suo interno questa bellezza dell’animo, dello spirito. C’è un aspetto spirituale nel ludus che va recuperato.
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