Il commento di don Fabio Rosini al Vangelo di Domenica 11 marzo 2018
Il Vangelo di questa domenica (Gv 3,14-21) ci presenta il dialogo tra Gesù e Nicodemo. Il Signore afferma che Dio “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. La prima lettura, tratta dal secondo Libro delle Cronache, parla dell’esilio del Popolo d’Israele, che ha disprezzato la benevolenza di Dio. Il Vangelo proclama che c’è una via di ritorno dall’esilio per arrivare alla salvezza: credere all’amore di Dio. La nostra condanna non è quella tragedia o quel dolore, è non credere che Dio ci voglia bene in quella tragedia e in quel dolore. La nostra condanna è essere affezionati alla lamentela, alla tenebra, è non accogliere la tenerezza di Dio. Occorre invece credere che in ogni fatto Dio ci stia salvando: Lui non si è dimenticato di noi. Ecco la chiave di ogni nostra sfida spirituale: aprirci alla tenerezza di Dio. Questo ci apre alla felicità. Dio può solo offrirci il suo amore, non può imporcelo. Il suo è un regalo che possiamo accogliere o no. Gesù svela il volto di Dio: tutti si possono salvare perché tutti siamo amati. Ma possiamo dire di no. Dio ci supplica: accoglimi, credimi, lasciati amare!
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