Il commento di don Fabio Rosini al Vangelo di Pasqua, Domenica 1 aprile 2018
Il Vangelo di questa domenica di Pasqua (Gv 20, 1-9) ci presenta Pietro e Giovanni che, avvertiti da Maria di Màgdala del corpo scomparso di Gesù, corrono al sepolcro. Vedono i teli posati e il sudario avvolto in un luogo a parte: il corpo del Signore non c’è. Giovanni “vide e credette”. Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè Gesù doveva risorgere dai morti. La Pasqua è l’imponderabile, la sorpresa di Dio, la via d’uscita che non abbiamo mai considerato, la soluzione che non abbiamo mai pensato. Bisogna scoprire che Dio è diverso: quel che sembra morte diventa vita, quello che sembra fine è inizio. Dio sa mettere la vita dove la vita non c’è. Facciamo sempre difficoltà a comprendere la fede: nel momento in cui ti sembra di perdere tutto, invece ricevi tutto. Dio si trova dove meno te l’aspetti. Dio prende su di sé il nostro male e lo trasforma in salvezza inaspettata. Felice colpa: cioè, la nostra colpa non è chiusa in se stessa, ma è aperta a un intervento di Dio. Liberiamoci dai nostri schemi. Dio apre strade nel mare e tira fuori la vita dal nulla. Non viviamo ossessionati dalle nostre incapacità e dai nostri limiti: consegniamoci a Dio, lasciamoci portare da Lui lungo strade inaspettate, che non sono le nostre. Non so mai come Dio mi salva. Lui però mi sta chiamando perché mi lasci portare. Proclamare la gioiosa Resurrezione di Gesù è abbandonarsi a Lui perché ci porti alla vita piena, alla vita autentica. Fare esperienza della Pasqua è quando un dolore viene illuminato nella potenza della Provvidenza e della paternità di Dio. E’ un’esperienza che non si dimentica più. Allora si spalanca la tomba e ciò che sembrava la fine diventa l’inizio.
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