Ospedali aperti in Siria: un progetto del cardinale Zenari con Cei e Avsi
Giada Aquilino – Città del Vaticano
“È la strage degli innocenti”. Così il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, parla dei sette anni di guerra in Siria, sottolineando che oggi “muoiono più persone per mancanza di medicine che sotto le bombe”. L’80% della popolazione vive ormai stabilmente in condizioni di grave povertà. In particolare morde la crisi sanitaria: quasi 11,5 milioni di abitanti, di cui il 40% bambini, non ricevono cure mediche e non hanno accesso agli ospedali.
Il progetto Ospedali aperti
Per questo, il porporato - da nove anni in Siria - ha ideato il progetto “Ospedali aperti”, affidandone la gestione ad Avsi, organizzazione internazionale che su più fronti opera per dar sostegno alla popolazione locale, ha spiegato Giampaolo Silvestri, segretario generale.
I tre ospedali siriani
Si tratta di rendere nuovamente operativi due ospedali a Damasco e uno ad Aleppo gestiti da congregazioni religiose. Il progetto, partito a luglio 2017 e presentato a Palazzo Pio a Roma, è cofinanziato dalla Conferenza episcopale italiana con i fondi del’8 x mille: un milione di euro lo stanziamento, ha annunciato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei. Coinvolti nella formazione di medici, tecnici e infermieri anche il Policlinico Gemelli e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, perché - ha aggiunto il nunzio a Damasco - “c’è pure il problema sempre più grave della penuria di medici e operatori sanitari. Tanti stanno lasciando la Siria”. I vescovi italiani, ha poi annunciato il cardinale Bassetti, si faranno promotori di un incontro per la pace nel Mediterraneo, che coivolgerà tutti i presuli dell'area.
L’interessamento di Papa Francesco
Papa Francesco, da sempre vicino alla popolazione siriana martoriata dal conflitto - ricordata tra l'altro la giornata di preghiera per la Siria del settembre 2013 - ha esortato a portare avanti il progetto, rimanendo costantemente informato, hanno assicurato i porporati.
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