Francesco, un Papa che sorprende perché Dio lo sorprende
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Il primo Papa non europeo della storia moderna, il primo a scrivere un’intera enciclica sui temi ambientali e ad aprire un Giubileo in Africa. Il primo a proclamare una Giornata mondiale dei poveri e il primo che ha voluto chiamarsi Francesco. Sono tante le “prime volte” di Papa Francesco, che è stato anche chiamato “il Papa delle sorprese”, e su questi gesti inusuali, intuizioni pioneristiche, scelte inedite, a volte dirompenti, i giornalisti Gerolamo Fazzini e Stefano Femminis hanno costruito un ritratto originale e documentato del primo Pontefice gesuita e sudamericano.
Tagle: non una rivoluzione, fedeltà alla tradizione più antica
Così è nato il libro “Francesco, il Papa delle prime volte”, pubblicato dalle Edizioni San Paolo, con la prefazione di padre Federico Lombardi, presentato stasera a Palazzo Pio. La post-fazione, in forma di intervista, è del cardinal Luis Antinio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis. Il cardinale filippino sottolinea che quello di Francesco non può essere etichettato come un pontificato “rivoluzionario”. Papa Bergoglio, secondo Tagle, “conserva una tradizione fondamentale più antica. Il “cambiamento” che propone ci invita ad essere fedeli a una tradizione più ampia che potremmo aver dimenticato a causa di una memoria selettiva e irrigiditasi”.
La volontà di tornare alle origini
Il salutare scossone del Pontefice argentino, scrivono gli autori, esprime la volontà di tornare alle origini e chiama, dunque, ad una testimonianza limpida e coraggiosa di Cristo all’uomo d’oggi, fino alle estreme periferie, geografiche ed esistenziali. Francesco, spiega ancora Tagle, promuove il cambiamento, ma rimane umile, paziente e pronto ad ascoltare soprattutto coloro che resistono al cambiamento o ne hanno un’idea diversa. Perché “Nessuno può pretendere di aver abbracciato pienamente la mentalità di Cristo. Tutti abbiamo bisogno di essere trasformati in Cristo”.
Il desiderio di mettere al centro la radicalità del Vangelo
Attraverso una serie di interviste, da Luigi Accattoli a Enzo Bianchi, da Andrea Riccardi ad Antonio Spadaro, il libro evidenzia un filo rosso: il bruciante desiderio di Papa Francesco che la radicalità del Vangelo sia messa al centro sempre: nella Chiesa, nella società, nelle relazioni. Il Pontefice che non smette di richiamare la Chiesa all’urgenza di vivere e annunciare la “gioia del Vangelo”, è stato chiamato “il Papa delle sorprese”, ma per il cardinal Tagle “Francesco ci sorprende perché Dio lo sorprende”. Se il Signore “gli mostra qualcosa che deve essere affrontato o integrato in un progetto preparato, Papa Francesco non esita a lasciare andare il suo piano. Questa è capacità di attenzione, contemplazione in azione, agilità, libertà di risposta”.
Una giornata per difendere la dignità dei poveri
Così è maturata, ad esempio, la decisione di aprire la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia in Centrafrica, mentre era in corso una guerra civile. Il dono della pace di Dio sarà sprecato, ci dice il Papa e ricorda il cardinal Tagle, “se non abbandoniamo visioni del mondo e azioni disumanizzanti e distruttive, per cui i beni e le risorse umane del mondo sono usati per distruggere invece che per costruire”. La scelta di istituire la Giornata mondiale dei poveri, spiega ancora il presidente di Caritas Internationalis, è un “esame di coscienza globale” sulle nuove forme di disumanizzazione. “Si prefigge di difendere ed elevare la dignità dei poveri. In questo spirito, non consideriamo i poveri come un problema. Non sono solo beneficiari, ma anche donatori e maestri”.
Un Papa non europeo, un cristianesimo per tutte le culture
L’enciclica Laudato sì ha dato, per Tagle, alle iniziative lanciate in passato in varie diocesi, con un taglio ecumenico e interreligioso, “una spinta e una conferma ancor più importanti. Nelle Filippine abbiamo visto in questi ultimi due anni un approfondimento e un’espansione della spiritualità ecologica, della consapevolezza e dell’azione nelle nostre Chiese. Ma abbiamo bisogno di pazienza per diffondere questa visione e questa spiritualità non solo tra i cattolici, ma anche tra i politici, gli uomini d’affari e i cittadini”.
Vista dall’Asia, conclude il cardinal Tagle “dove il cristianesimo è stato per secoli percepito come una religione europea, l’elezione di un Papa non europeo è la chiara affermazione che il cristianesimo può mettere radici in varie culture e che Gesù è per tutti i popoli e le culture”.
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