Il commento di don Fabio Rosini al Vangelo di Domenica 8 aprile 2018
Il Vangelo della II Domenica di Pasqua, Domenica della Divina Misericordia (Gv 20, 19-31), ci presenta la vicenda di Tommaso, l’apostolo che non crede ai fratelli che gli dicono di aver visto Gesù risorto. Il problema non è che Tommaso non creda perché non ha fatto un’esperienza visiva diretta, ma non vede il Signore risorto fino a quando non starà insieme ai fratelli. La Risurrezione crea la comunione, non un’esistenza da perfetti di stampo individualista. Crea la fraternità dove si è un cuore solo e un’anima sola e dove ogni cosa che si possiede è per gli altri, per l’amore. Lo Spirito Santo non è una questione di una energia particolare, è nella qualità della relazione: crea comunione fraterna. Tommaso, finché vive la Risurrezione come evento privato, non incontra Gesù. Può credere quando è insieme agli altri. Come vediamo se abbiamo accolto lo Spirito Santo? Se mette la comunione nel nostro cuore. E’ nella Chiesa che s’incontra il Signore risorto, perché stare insieme è ciò che Dio vuol farci fare. La vita è bella nella relazione, è infelice nella solitudine. Vuoi incontrare il Signore? Stai con i fratelli. C’è tanto individualismo nella nostra fede e nelle nostre devozioni vissute tra me e Gesù, dove è tutto un fai da te. Non funziona così. Amare Dio e amare il prossimo è lo stesso comandamento. Il luogo in cui ci appare Gesù risorto è nella relazione, nell’amore.
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