Sant’ Anselmo all' Aventino, la casa comune dei benedettini da 125 anni

Una giornata nella casa romana dei benedettini, dalle lezioni universitarie alla preghiera dell’Ora media, fino al pranzo in refettorio. L' occasione è il Giubileo della Confederazione benedettina, che Papa Leone XIII volle si stabilisse sull’ Aventino, con la Curia dell’abate primate, il collegio e il Pontificio Ateneo Sant'Anselmo

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

125 anni fa, il 18 aprile del 1893, a Roma, sul colle Aventino, veniva solennemente posata la prima pietra dell’attuale complesso di Sant’Anselmo, che oggi ospita il Pontificio ateneo e il collegio benedettino. Poi il 12 luglio dello stesso anno, Papa Leone XIII istituì ufficialmente, con il Breve “Summum Semper”, la Confederazione benedettina, unendo così le diverse congregazioni benedettine, e offrendo allo stesso tempo, con l’Ateneo e il Collegio di Sant’Anselmo all’Aventino, un luogo dove l’Ordine di San Benedetto avrebbe donato, disse il Pontefice “di nuovo alla Chiesa quei grandi monaci santi che hanno diffuso nel mondo l’insegnamento e la cultura cristiana”.

I tre giorni del Giubileo della Confederazione

Oggi a Sant’Anselmo studiano 600 studenti da tutto il mondo, e il collegio ospita più di 90 benedettini da 28 Paesi, con la supervisione della Curia della Confederazione benedettina, guidata dall’abate primate Gregory Polan. Dal 19 al 21 aprile la badia primaziale sull’Aventino è stata il cuore delle celebrazioni del Giubileo della Confederazione, concluso con la Messa solenne nella festa di Sant’Anselmo, presieduta dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.

Ma l’evento cardine è stata l’udienza con Papa Francesco, il 19 aprile, nella Sala Clementina del Palazzo apostolico. Le parole del Pontefice aprono il video che abbiamo realizzato trascorrendo una mattinata nella casa romana dei benedettini, e riprendendo le lezioni e la ricreazione degli studenti, la preghiera dell’Ora media della comunità del collegio benedettino, fino al pranzo in refettorio.

Il Papa: da Sant’ Anselmo in comunione con Pietro e il mondo

In questa celebrazione del Giubileo della Confederazione benedettina  - dice il Papa ai vertici della Confederazione e ai residenti del Collegio e dell’Ateneo sant’Anselmo -  vogliamo ricordare, in modo speciale, l’impegno del Papa Leone XIII, che nel 1893 volle unire tutti i benedettini fondando una casa comune di studio e preghiera, qui, a Roma. Ciò ha portato i benedettini di tutto il mondo a vivere un più profondo spirito di comunione con la Sede di Pietro e tra di loro.

Tre facoltà, seicento studenti, settanta nazioni

Come ci spiega il rettore del Pontificio ateneo Sant’Anselmo, padre Stefano Visentin, attualmente sull’Aventino ci sono circa 600 studenti, di settanta diverse nazionalità “quindi c’è questa impronta internazionale che a sua volta è portatrice di dialogo, per la sua stessa natura”. “Abbiamo la facoltà di Filosofia, la facoltà di Teologia, dove offriamo oltre al corso base per il baccalaureato, al suo interno abbiamo tre specializzazioni teologiche  - racconta ancora padre Visentin - e la specializzazione in studi monastici che appartengono all’Istituto monastico che fa parte della  facoltà di Teologia. La terza facoltà corrisponde al Pontificio istituto liturgico”.

I corsi per i laici: guide turistiche e leadership

“Abbiamo anche dei corsi che si indirizzano a guide turistiche, - ci dice ancora il rettore - perché la maggioranza del patrimonio artistico italiano è costituito da Chiese. Attiriamo numerosi laici anche in corsi estivi. E visto che i benedettini da quasi 1500 anni organizzano quelle piccole società che sono i monasteri, abbiamo un corso sulla leadership, sul legame tra la leadership e la regola di San Benedetto”.

Dal 1961 l’ ateneo forma all’inculturazione della liturgia

Del Pontificio istituto liturgico parla il preside padre Jordi-A. Piqué I Collado, e ricorda che è stato fondato da San Giovanni XXIII nel 1961, dunque qualche anno prima del Concilio, “perché il Santo Papa ha visto già, con la sua previsione profetica, che lo studio approfondito della liturgia avrebbe portato ad un rinnovamento e una crescita e ad un approfondimento della vita liturgica cristiana”. E così, in questi 57 anni, il Pontificio istituto liturgico “ha formato e forma attualmente uomini e donne che curano e studiano la liturgia per poterla inculturare in ogni singolo Paese”.

Una ricerca liturgica che parte dalle fonti, come vuole il Concilio

Nel chiostro dell’ateneo, dopo una lezione, incontriamo don Claudio Campesato, della diocesi di Padova, studente del Pontificio istituto liturgico. “E’ un esperienza unica – racconta - essere in un luogo che nasce appunto dal Concilio, come spesso i nostri docenti vogliono sottolineare. Noi ci sentiamo quasi eredi di un modo di lavorare, di una ricerca liturgica a partire dalle fonti, quindi un modo di lavorare, di ricercare, di vivere poi la liturgia da portare in diocesi, che parte con tutto lo spirito del Concilio. E poi un confronto che avviene anche con tutti gli altri studenti che sono presenti qui, in un contesto poi che respira di tutta la tradizione monastica benedettina”.

Cinque preghiere insieme “per avere da Dio forza e sapienza”

Prima della preghiera dell’Ora media, che la comunità del collegio recita e canta poco prima delle 13 nella chiesa di Sant’Anselmo, dalla quale il Mercoledì delle Ceneri Papa Francesco avvia la processione penitenziale, parliamo della preghiera dei benedettini con padre Mariano Nguyen, studente in monachesimo, di origini vietnamite ma oggi monaco dell’abbazia di St. Martin, a Washington. “Dobbiamo ascoltare gli altri ma soprattutto dobbiamo ascoltare Dio che sta dicendo qualcosa a noi, nel nostro cuore - confida padre Mariano - Con lo Spirito Santo possiamo discernere quello che è buono, quello che è bello, quello che dobbiamo fare, quello che dobbiamo evitare. Ogni giorno abbiamo cinque volte che siamo insieme per pregare, per ascoltare, e così possiamo andare avanti con saggezza, con sapienza e anche con una forza che è più forte di noi, che viene proprio da Dio”.

Il priore: “aperti a chi vuole vivere, pregare e studiare con noi”

Prima di lasciare Sant’Anselmo, salutiamo chi ci ha guidato in tutta la visita, il priore del collegio, padre Mauritius Wilde. “Siamo 90 monaci qui a Sant’Anselmo da 28 paesi, quindi da tutti i continenti del mondo – ci dice - Come collegio siamo aperti per tutti coloro che vogliono vivere qui, pregare, e studiare con noi qui a Sant’Anselmo. Questo è il nostro modo di accoglienza e ospitalità che è tipico dei benedettini”.

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28 aprile 2018, 07:30