Ucciso un sacerdote in Messico, cordoglio della Conferenza episcopale
Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano
Ancora un lutto per la Chiesa in Messico. Un sacerdote 33.enne, padre Juan Miguel Contreras García, è stato ucciso ieri al termine della celebrazione della Santa Messa nella parrocchia San Pio da Pietrelcina di Tlajomulco, nello Stato di Jalisco. Fonti locali riferiscono che un commando ha fatto irruzione ieri nella chiesa. Alcuni parrocchiani hanno anche rivelato che il prete, per la celebrazione della Messa, aveva sostituito un altro sacerdote al quale erano arrivate minacce di morte.
La testimonianza di padre Juan Miguel Contreras García
In questa toccante testimonianza, rilasciata durante il periodo in cui era diacono e frequentava il Seminario di Guadalajara, padre Juan Miguel Contreras García parla della propria vocazione. “Il Signore – affermava – mi ha visto con misericordia e mi ha scelto”. “Per me il sacerdozio – aggiungeva – significa riempire di luce il mondo”.
Il dramma della narcoguerra
Nello Stato di Jalisco, dilaniato da una narcoguerra che colpisce anche altre zone del Paese, si contendono il territorio i cartelli della droga di Sinaloa e di Jalisco Nueva Generación. In Messico i sacerdoti, i giornalisti e gli attivisti per i diritti umani, sono sempre più spesso vittime di agguati compiuti da gruppi criminali. Mercoledì scorso è stato ucciso, non lontano da Città del Messico, un altro prete: padre Rubén Alcántara Díaz, della diocesi di Izcalli. Il Centro Católico Multimedial rende noto che sono 23 i sacerdoti uccisi in Messico durante i sei anni di presidenza di Enrique Peña Nieto.
Il dolore della Chiesa e dei vescovi del Messico
La Conferenza episcopale del Messico ha espresso, con un comunicato, costernazione e tristezza. “Lanciamo un appello urgente – si legge nel documento – per costruire una cultura di pace e di riconciliazione”. “Questi eventi deplorevoli ci chiamano tutti a una conversione molto più profonda e sincera”. “Chiediamo alle autorità competenti – scrivono ancora i presuli - di fare luce” su questo drammatico episodio e di agire secondo giustizia. A chi alimenta questa violenza i vescovi chiedono infine di deporre non solo le armi, ma anche “l’odio, il rancore, la vendetta e tutti i sentimenti distruttivi”.
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