Vescovi Europa-Africa: guerre e profughi frutto della globalizzazione
Roberto Piermarini - Città del Vaticano
I vescovi, che hanno elevato alla Madonna di Fatima una fervida preghiera per il Magistero di Papa Francesco, in una dichiarazione al termine del loro Seminario a Fatima, affermano che “la globalizzazione è un processo dinamico, polivalente e tocca tutti gli ambiti della vita individuale, famigliare e sociale, incluse l’economia, la politica, la cultura e la religione.
La globalizzazione crea solidarietà ma anche divario tra ricchi e poveri
“Da una parte – scrivono i vescovi - offre solidarietà tra nazioni e popoli; può servire la giustizia e la pace; può fare condividere le ricchezze spirituali e materiali a livello locale e mondiale; può propagare idee e valori nobili e costruttivi. Dall’altra parte, la globalizzazione, quando segnata dal peccato così come oggi spesso si presenta, tende a provocare un profondo divario tra ricchi e poveri, tra potenti e deboli; rinforza la lotta per il potere, per il profitto crescente e l’edonismo; distrugge l’eredità dell’alta cultura, della spiritualità e della dignità umana innescando una decostruzione delle fondamenta dell’esistenza come il diritto incondizionato alla vita (aborto, eutanasia, eugenismo…). In alcune aree del mondo si constata che una certa post-modernità irrazionale porta addirittura all’animalizzazione dell’umano e all’umanizzazione dell’animale”.
Conflitti armati e dramma di profughi e migranti, frutto anche della globalizzazione
Per i vescovi di Europa e Africa “Tanto la moltiplicazione dei conflitti armati, quanto il dramma dei profughi e dei migranti, sono frutti amari anche della globalizzazione. La Chiesa chiede il rispetto della creazione, dell’ecologia umana, dell’umanesimo integrale, dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio e dotato di una dignità intrinseca”.
Evidente lo scopo distruttivo di certe ideologie che condannano alla solitudine
“L’erotizzazione della società, il pan-sessualismo e la teoria del gender – affermano i presuli di Ccee e Secam - minacciano l’istituzione del matrimonio e della famiglia. Ne consegue una società sempre più atomizzata priva di relazioni durature e che condanna ognuno alla solitudine. La gioventù è la prima vittima di queste proposte perniciose, ma con grande speranza guardiamo al prossimo Sinodo. Tali ideologie pesano fortemente sulla loro vita futura che dovrebbe essere invece basata sulla fedeltà e il rispetto tra gli sposi e tutti i membri della comunità familiare. Gli aspetti negativi della globalizzazione esigono una vigilanza attiva e coraggiosa dei sacerdoti, delle persone consacrate, dei laici, di tutti i credenti e delle persone di buona volontà”.
Sostegno delle famiglie, difesa dei poveri, malati e deboli
I vescovi africani ed europei indirizzano quindi un appello pressante per un’azione efficace in sostegno delle famiglie nel loro impegno educativo. “E in quest’accompagnamento delle famiglie – sostengono i presuli - è necessario promuovere tanto il contatto personale quanto il buon uso dei mezzi di comunicazione. Senza dimenticare che la difesa dei poveri, malati, marginalizzati e deboli, non è facoltativa ma imperativa”.
Invocato il dono della pace
I vescovi che rappresentano l’Africa e l’Europa, affidando alla Vergine di Fatima le loro comunità ecclesiali ed i loro Continenti, invocano da Dio il dono della pace per il mondo, in particolare per molte zone dove i conflitti si prolungano o si intensificano.
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