Civiltà Cattolica: Gerusalemme sia luogo di pace e non di divisione
Alessandro Gisotti - Città del Vaticano
Per tutti gli uomini, Gerusalemme dovrebbe essere “una città aperta e rappresentare il luogo della comunione e della pace, e non della discordia e della divisione”. E’ quanto scrive Civiltà Cattolica in un articolo a firma di padre Giovanni Sale dal titolo “Gerusalemme, città sacra e città aperta”. L’articolo sottolinea che la decisione del Presidente Donald Trump di trasferire l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme ha “una grande rilevanza politica, in quanto si oppone all’indirizzo finora seguito su questa delicata materia dalla gran parte della comunità internazionale”.
Futuro status Gerusalemme ha ripercussioni internazionali
La rivista dei gesuiti evidenzia quindi che le vicende degli ultimi decenni dimostrano come “il problema della Città Santa e quello riguardante la soluzione del conflitto israelo-palestinese siano strettamente legati e interdipendenti e questo fatto non può essere ignorato, né tantomeno sottovalutato”. Padre Sale ripercorre tutti i più significativi snodi nella storia tormentata della città di Gerusalemme dal Secondo Dopoguerra ad oggi, annotando che “a motivo dell’importanza che Gerusalemme ha per le tre grandi confessioni religiose, quello che avviene in questa città ha ripercussioni internazionali”.
Per pace in Medio Oriente, serve soluzione su Gerusalemme
In ogni caso, prosegue l’articolo, “il conflitto israeliano non sarà mai risolto fino a quando non si troverà una soluzione condivisa su Gerusalemme”. Dagli Accordi di Oslo al Vertice di Camp David, ammonisce padre Sale, la “storia recente insegna che non è possibile raggiungere un accordo di pace tra i due popoli senza prima definire lo status della Città santa”.
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