Sovrano Ordine di Malta: l’incoraggiamento del Papa per la riforma
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Dalle sfide più importanti per il Sovrano Militare Ordine di Malta (Smom), al cammino di riforma costituzionale: il neo 80° Gran Maestro dell’Ordine, Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, parla in esclusiva dopo la sua elezione, il 2 maggio scorso. Nato a Roma nel 1944, è entrato nell’Ordine nel 1985, ricoprendo vari incarichi, sino alla massima carica.
Qual è lo stato d'animo e la reazione dopo la nomina a 80.mo Gran Maestro?
E’ per me un grandissimo onore essere stato eletto Gran Maestro dell'Ordine di Malta, dopo aver averlo guidato come Luogotenente per un anno. Sento ovviamente la grande responsabilità che questa carica comporta. In particolare perché è una carica a vita e per la dimensione mondiale che ha raggiunto l’Ordine. Mai come oggi abbiamo il dovere di rinnovare il nostro motto fondante Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum, testimonianza della fede e servizio ai poveri e malati. Questi due concetti sono profondamente interconnessi: è attraverso il servizio ai più bisognosi che ci facciamo testimoni della parola di Cristo.
Come è trascorso l'anno da Luogotenente?
È stato un anno impegnativo e ricco di sfide per il nostro Ordine. Il 2017 si è aperto con una crisi istituzionale che ha indotto tutti noi ad una profonda riflessione. Tuttavia ogni crisi rappresenta una importante occasione di crescita e rafforzamento. Ed è ciò che abbiamo fatto avviando una riforma della nostra carta costituzionale. Abbiamo consultato centinaia di membri dell’Ordine di Malta nel mondo e numerosi esperti, anche di diritto canonico. E’ un’occasione importante per rendere l’Ordine di Malta ancora più capace di affrontare le sfide di un mondo in continua evoluzione.
A che punto è il processo di riforma dell'Ordine di Malta?
L'Ordine di Malta è cresciuto oltre ogni previsione negli ultimi decenni. Nel 1961 - anno dell’ultimo importante aggiornamento della nostra Carta Costituzionale - i Paesi con cui avevamo relazioni diplomatiche bilaterali erano 25. Oggi sono più di 100. La nostra presenza nel mondo è cresciuta, siamo ora presenti in 120 Paesi dei 5 continenti, con una rete di oltre 130mila tra membri, volontari e dipendenti. E’ evidente che abbiamo bisogno di aggiornare alcune regole e di rendere il sistema di Governo più al passo con i tempi, il ruolo e la dimensione dell'Ordine. Tra i temi più salienti che riguardano la riforma: la promozione della vita spirituale dei nostri religiosi, il sistema di governo centrale e locale, un sistema di gestione economica più al passo con i tempi, il ruolo delle donne nell’Ordine. Tali temi, insieme ad altri, sono emersi durante un periodo di analisi e consultazione e sono oggetto di studio tutt’ora. Ma già vediamo i primi effetti: quest’anno, per la prima volta, alle elezioni del Gran Maestro hanno partecipato due donne presidenti di Associazioni dell’Ordine di Malta, tra cui quella di Singapore. Questo testimonia la nostra evoluzione geografica e il nostro impegno a riconoscere il valore ineguagliabile e prezioso che le dame portano nel nostro Ordine.
Quali oggi le sfide più importanti per lo Smom?
Viviamo in un'epoca di inquietudine e di incertezza. La nostra missione di servire i poveri e i malati è sempre più complessa. Accedere alle aree di crisi è spesso molto difficile se non impossibile e quindi uno dei nostri compiti è di adeguare la nostra rete di aiuto a scenari che cambiano velocemente. Assistiamo ad una sistemica violazione delle leggi umanitarie internazionali. Scuole, chiese, ospedali diventano obiettivi di guerra e se cento anni fa la gran parte delle vittime dei conflitti erano soldati ora lo sono civili: donne e bambini in primis. La nostra rete diplomatica – questo è importante perché la rete diplomatica per noi ha questo significato, non è qualcosa di politico – è dunque essenziale per poter garantire accesso alle aree di crisi e portare aiuti e assistenza alle popolazioni che soffrono. A tale proposito mi preme ribadire che quando parliamo di assistenza ci riferiamo non solo alle emergenze mediche ma anche al sostegno psicologico e spirituale che spesso viene messo in secondo piano ma che, per noi, resta centrale nel rispetto della dignità di ciascun individuo.
Come sono i rapporti con la Santa Sede e quindi con il Papa?
Il rapporto con la Santa Sede è solido e Papa Francesco non perde occasione per manifestarci il suo sostegno. Abbiamo contatti regolari con il Delegato Speciale del Papa, Monsignor Angelo Becciu, e il lavoro di riforma costituzionale viene sviluppato nella piena consapevolezza di essere un ordine religioso ed al tempo stesso un soggetto di diritto internazionale. Oltre nove secoli di servizio alla Chiesa rappresentano la roccia su cui costruire il futuro. Vengo dal recentissimo viaggio a Lourdes che ogni anno si fa, con settemila tra cavalieri, dame, aiutanti e 1600 malati e, pubblicamente, nel pontificale di apertura mons. Becciu ha ribadito che il Santo Padre è ben contento di questa elezione e che faceva i migliori auguri per il cammino di riforma dell’ordine.
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