Vescovi Perù criticano finanziamenti alle Ong pro-aborto
"È contraddittorio e incoerente che, mentre la società peruviana lotta contro il crimine, l'assassinio, il rapimento, il femminicidio e cerca di porre fine agli omicidi, ci siano ancora movimenti e organizzazioni con forti finanziamenti economici che promuovono e attaccano il concepito. Un essere totalmente innocente e indifeso, che non può difendersi dai suoi aggressori", ha dichiarato il Cep in una dichiarazione del 5 maggio rilasciata nell'ambito della Marcia per la Vita 2018, che ha riunito circa 800.000 persone.
Primo diritto di una persona è la vita
All'inizio della loro lettera, hanno ricordato che il primo diritto di una persona è la vita perché "è un diritto fondamentale e base di tutti gli altri". Pertanto, non è possibile che "la vita dipenda dalla decisione umana". "Dobbiamo essere attenti e denunciare qualsiasi politica pubblica che non tenga conto di quella concepita, perché la vita inizia dal concepimento e la nostra Costituzione politica la protegge e la favorisce senza discriminazione né condizionamento sociale". Da questo punto di vista, i presuli peruviani hanno affermato che "la società che non è in grado di difendere la vita umana nascente va alla rovina" e che "non si può volere il progresso quando all'interno di uno Stato ci si permette di eliminare la vita dei propri figli".
Marcia pro-vita d’America
Inoltre, i vescovi hanno inviato un saluto fraterno a tutti gli organizzatori e ai partecipanti della più grande marcia pro-vita d'America e chiesto un impegno per la recente richiesta di Papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Perù: "Non permettete che ci rubino la speranza". "È tempo di unirsi - hanno concluso - e di continuare a lavorare insieme per la difesa della vita, della sua dignità, del bene comune, della pace e del progresso del nostro popolo”. (A.P.)
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