Assemblea Cec: testimonianza e giustizia per costruire la pace
Un messaggio diffuso dalla Cec (Conferenza delle Chiese europee) al termine dei lavori della XV Assemblea generale, svoltasi a Novi Sad, in Serbia, manifesta la volontà e l’impegno delle Chiese europee e di tutti i cristiani a voler collaborare per costruire ponti, “attraverso il potere trasformante della fede” mettendosi in cammino sulle tre vie maestre della testimonianza, della giustizia e dell’ospitalità.
La missione della Chiesa
Dopo 9 giorni di serrato confronto sulle sfide che attraversano oggi l’Europa, la Cec ha voluto ribadire la prima e prioritaria missione della Chiesa in Europa, soprattutto nel contesto attuale. “Ci siamo riuniti in un momento d’incertezza per l’Europa - si legge nel messaggio - dove molti sperimentano una perdita di dignità, sfruttamento, miseria e abuso di potere. Dalle rive del Danubio a Novi Sad, dove i ponti furono distrutti in un conflitto e ricostruiti in pace, ci siamo uniti in preghiera. Abbiamo condiviso la nostra sete di giustizia; la nostra profonda preoccupazione per le persone, per il nostro Continente, per il nostro mondo”.
Mettere fine alla violenza
Testimoniare Cristo all’Europa di oggi – scrive ancora la Cec – significa essere “una comunità inclusiva”, affermare che “ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio”, valorizzare “le voci dei giovani che sono il nostro presente e non solo il nostro futuro”. Praticare la giustizia invece chiede alle istituzioni e alle Chiese di “lavorare per la fine della violenza, della persecuzione e della discriminazione, difendendo la libertà di religione o credo”. Significa anche e soprattutto cercare “la riconciliazione e la risoluzione pacifica dei conflitti”, mettendosi in ascolto di “coloro che non hanno voce o si trovano ai margini delle nostre Chiese, delle nostre comunità e del nostro mondo”.
Accoglienza dei migranti
Un punto su cui insiste la Cec è l’accoglienza ai migranti con iniziative volte a proteggere, promuovere e integrare quanti fuggono dalle proprie terre per fame, guerra, terrorismo e fenomeni legati ai cambiamenti climatici. “Ribadiamo il nostro impegno ad offrire ospitalità, dando un concreto e generoso benvenuto ai rifugiati e agli stranieri di tutte le fedi o credi”, impegnandoci nel dialogo, "condividendo la nostra fede cristiana e imparando gli uni dagli altri”, contribuendo a “superare la divisione, l’esclusione e l’emarginazione” e promuovendo “la difesa dei diritti umani”.
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