Il commento di don Fabio Rosini al Vangelo di Domenica 10 giugno
Il Vangelo di questa domenica (Mc 3, 20-35) riporta due dialoghi. Nel primo, gli scribi accusano Gesù di essere posseduto da Beelzebul e di scacciare i demòni per mezzo del principe dei demòni. Nel secondo dialogo, alcuni lo avvertono che sua madre e i suoi fratelli lo stanno cercando. Nel primo dialogo Gesù, accusato di ambiguità, risponde in modo piuttosto duro. Innanzitutto dice: “Satana non può scacciare Satana”. Satana non lavora per il bene, può al massimo lavorare per il falso bene. Può convincerci che un male è un bene o può nascondersi dentro il bene in una maniera tale che quel bene sia infettato e portato al male. Ma non c’è via di mezzo. “Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose, se prima non avrà legato l’uomo forte. Allora ne saccheggerà la casa”. Qui Gesù sta dicendo che ci vuole uno più forte del male, ci vuole qualcuno che si opponga al male: solo Lui è luce che squarcia e distrugge la tenebra. Con il Signore Gesù non si può fare a metà. Finché non c’è inimicizia tra noi e il peccato, finché una dipendenza non ci è antipatica, non la combattiamo, finché non desideriamo uscire da un peccato, Dio non ci può liberare. Il Signore Gesù non è ambiguo, viene e non possiamo farlo convivere con ciò con cui Lui è totalmente incompatibile. Quindi, incontrare il Signore Gesù è arrivare a quella che è l’opera di Dio in noi. C’è una nuova generazione, una nuova nascita; c’è una nuova dimensione. Questo lo si vede nel secondo dialogo che evidenzia quali sono le vere relazioni nella fede. Maria cerca Gesù e Lui risponde guardando la folla: "Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre". Ma Maria, dicono i Padri, è ancor più Madre di Cristo per la fede che non per la carne. Maria è Madre di Gesù per il piano di Dio: è lì che sono legati e non hanno bisogno di stare appiccicati. Sono legati dalla fede, sono legati dal piano di Dio. Quando io non sono nella fede, non sto in comunione nemmeno con chi mi sta appiccicato. Quando io sono in Dio, sto in relazione con tutto e con tutti. Quando non sono in Dio, quando sono nell’ambiguità dell’opera che confonde tutto, non riesco a fare un passo né interiore né esteriore verso qualcuno, non riesco ad amare veramente. Questa è la domenica per affermare la nostra chiamata a uscire da ogni dipendenza e da ogni ambiguità ed entrare nella vita che Gesù Cristo ci ha portato per la sua potenza, per la sua grazia.
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