I martiri della Chiesa russa, una mostra multimediale a Roma
Salvatore Tropea – Città del Vaticano
Un percorso multimediale e interattivo, che illustra il cammino storico della Chiesa nella Russia dei Soviet, attraverso le testimonianze di chi ha dato la vita ed è stato ucciso per la propria fede. È la mostra “I nuovi martiri e confessori della Chiesa Russa”, dal 30 maggio al 13 giugno, al Palazzo Lateranense (ingresso della Basilica di San Giovanni in Laterano), che rientra tra le iniziative del festival le “Stagioni Russe” in Italia.
La cronistoria delle persecuzioni religiose
Nel percorso espositivo, basato sulla cronologia degli eventi storici, i visitatori vengono a conoscere di tappa in tappa la vita della Chiesa Ortodossa russa alla vigilia della rivoluzione, poi gli avvenimenti della storia sia del Paese che della Chiesa. Gli stand della mostra raccontano la vita prima della rivoluzione d'ottobre, parlano dell'inizio e del proseguimento delle persecuzioni nei confronti della fede cristiana nella Russia Sovietica, accompagnano gli spettatori per tutto il periodo storico legato al comunismo e infine testimoniano la canonizzazione dei nuovi martiri e dei confessori russi.
Multimedialità e interazione con i visitatori
Foto, documenti, citazioni tipiche dell'epoca delle persecuzioni sono esposti con l'utilizzo di moderne tecnologie multimediali: piccole architetture, un libro multimediale interattivo, stand con proiezioni video e colonne con smartscreen e cartelli. L’evento è promosso dal Consiglio del Patriarca per la Cultura e dalla Fondazione per il supporto della conservazione dei valori cristiani, con il patrocinio del Ministero della Cultura della Federazione Russa e con il sostegno da parte del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'unità dei cristiani.
Un profondo significato ecumenico
Ad inaugurare la mostra, lo scorso 30 maggio, sono stati il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il metropolita Tikhon, presidente del Consiglio per la Cultura del Patriarcato di Mosca e Aleksander Avdeev, ambasciatore russo presso la Santa Sede. Il cardinal Ravasi ha definito la mostra come un’iniziativa di profondo valore ecumenico. Il prelato ha inoltre sottolineato tre importanti aspetti che emergono dalla mostra: quello “dell’ecumenismo del sangue, che unisce le nostre Chiese ed è spesso citato da Papa Francesco”; quello del “martirio cristiano espresso con il ricorso alla cultura digitale, più aderente alla cultura contemporanea” e quello del “dialogo interreligioso, non solo ecumenico”. In tal senso, infatti, Ravasi ha spiegato la netta differenza tra quel martirio e “il concetto pervertito” del martirio che c’è oggi a causa dei fondamentalismi. Donare la propria vita per la fede, ha affermato, “ne mette in luce la bellezza, non si dovrebbe trasformare nell’omicidio di altri”.
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