Plenaria del vescovi Usa: immigrazione e ruolo dei cristiani
Le politiche migratorie e il ruolo dei cristiani e dei vescovi in questo particolare momento storico sono stati i primi temi affrontati dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti in occasione dei lavori della Sessione di primavera in corso di svolgimento a Fort Lauderdale, in Florida. Ne dà notizia l’Osservatore Romano. Approvato anche l’aggiornamento del documento sull’impegno politico da integrare con i suggerimenti pastorali di Papa Francesco. Si tratta del Forming Consciences for Faithful Citizenship (“Formare le coscienze per una cittadinanza fedele”), la guida alla partecipazione democratica dei cattolici statunitensi.
I vescovi Usa in difesa dei migranti
Dopo l’intervento del presidente dei vescovi, cardinale Daniel N. DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston, il cardinale Tobin, arcivescovo di Newark, ha suggerito all’Assemblea di inviare una delegazione di vescovi al confine “per ispezionare le strutture di detenzione dove vengono tenuti i bambini, come segno della nostra preoccupazione pastorale e della nostra protesta”. Una proposta accolta favorevolmente da molti presuli che hanno evidenziato la necessità di coinvolgere maggiormente i membri del Congresso statunitense nello stilare una riforma globale sull’immigrazione e sui cosiddetti “dreamers”, i circa ottocentomila giovani adulti che sono stati portati negli Stati Uniti da bambini e che vivono da mesi in attesa che una norma restituisca a loro uno status di residenza legale. Anche il vescovo di Lexington, in Kentucky, monsignor John Eric Stowe, ha chiesto un maggiore impegno nella cura pastorale dei funzionari dell’immigrazione, alcuni dei quali hanno espresso la loro obiezione di coscienza di fronte all’attuazione di “politiche ingiuste”. Come riporta il quotidiano vaticano, il cardinale Sean Patrick O’Malley ha anche spiegato che nonostante la sfida migratoria sia crescente, “il nostro governo ha stabilito una politica che è in linea di principio e in pratica ostile ai bambini e alle famiglie che fuggono dalla violenza, dalle bande di malviventi e dalla povertà”, che affliggono soprattutto l’America centrale. In particolare “un punto critico” viene considerato l’ultimo tentativo messo in atto, cioè separare i figli dai genitori per scoraggiare gli ingressi dal confine meridionale degli Usa. Il cardinale O’Malley, inoltre, ha ricordato che, come vescovo cattolico, sostiene “l’autorità politica e legale del paese” e di aver sempre “insegnato il rispetto per la legge civile” e di continuare a farlo. Tuttavia, ha spiegato, “non posso tacere quando la politica migratoria distrugge le famiglie, traumatizza i genitori e terrorizza i bambini. Questa politica va fermata”.
Lettera sul razzismo
Intanto, una lettera rivolta a tutte le famiglie e a ogni persona in diocesi — riferisce l’agenzia Sir — sarà presto inviata dall’episcopato statunitense sul tema del razzismo, soprattutto riguardo i nativi americani, gli afro-americani e gli ispanici. Il documento affronterà anche le tematiche razziste che affliggono istituzioni e politiche pubbliche, l’impatto sui social media e nella società americana, l’assistenza a pastori, educatori, famiglie e individui nell’affrontare una piaga così dolorosa. Il prossimo novembre sarà presentata la prima bozza.
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