Australia: arcivescovo condannato per non aver denunciato abusi
In Australia, l'arcivescovo di Adelaide, Philip Wilson, 67 anni, è stato condannato a 12 mesi di reclusione per non aver denunciato un sacerdote, James Fletcher, che ha compiuto abusi su minori negli anni ’70 e con cui collaborava nella diocesi di Maitland-Newcastle. Il prete è morto nel 2006 in carcere, dopo circa un anno di detenzione, all’età di 65 anni. A metà agosto i giudici decideranno se concedere gli arresti domiciliari a mons. Wilson per motivi di salute.
In un comunicato, i vescovi australiani auspicano che questa condanna possa dare “un senso di pace e di guarigione a quanti sono stati abusati dal defunto sacerdote”, pur riconoscendo che “gli effetti di un abuso sessuale possono durare per tutta una vita”. “Ci vuole un grande coraggio - affermano i presuli - perché i sopravvissuti si facciano avanti per raccontare le loro storie. I sopravvissuti sono stati fondamentali nell’aiutarci a imparare la lezione della nostra vergognosa storia di abusi e occultamenti”, messa in luce dal rapporto della Commissione reale d’inchiesta. Da allora - sottolineano - la Chiesa australiana “ha fatto sostanziali cambiamenti per assicurare che l’abuso e la copertura non facciano più parte della vita cattolica e che i bambini siano al sicuro nelle nostre comunità”. I vescovi concludono affermando il loro impegno a lavorare con quanti, nella Chiesa e nella società, stanno cercando di “attuare forti e coerenti standard di salvaguardia” in Australia.
Sulla vicenda è intervenuto anche il vescovo Greg O’Kelly, nominato dal Papa il 3 giugno scorso amministratore apostolico “Sede Plena” dell’arcidiocesi di Adelaide: “In queste circostanze - afferma in un comunicato - dobbiamo essere molto consapevoli dell'impatto sui sopravvissuti, sulle loro famiglie e su tutti coloro che li amano. Ho assistito all'angoscia e al dolore delle vittime. La Chiesa deve continuare a compiere ogni sforzo per ascoltarli e sostenerli. Ribadisco - conclude mons. O’Kelly - che il nostro impegno per la sicurezza di ogni bambino nella nostra Chiesa e nelle nostre scuole è fondamentale”.
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