Mons. Lorefice: le religioni educhino personalità libere
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
“Rinunziare a ogni prerogativa, a ogni pretesa mondana … cambiare il nostro atteggiamento, offrendo ai nostri fratelli, dal profondo della nostra storia, una parola di senso e di speranza dentro la fatica e la disperazione comuni … spogliarci di quel che offusca e divide, per fornire un volto pulito e aperto a chi si aspetta da noi un segno di prossimità e di affetto”. È l’invito che mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, ha rivolto ieri ai rappresentanti delle religioni e delle confessioni cristiane, all’incontro svoltosi nell’ambito del 394.mo festino di Santa Rosalia, il programma delle celebrazioni dedicate alla patrona del capoluogo siciliano.
I media minacciano la relazione con il proprio "io"
Di fronte alla realtà attuale, alle problematiche e alle emergenze di oggi, il presule ha offerto una riflessione sull’uomo interiore, sull’alterità, sul rispetto del creato e sul potere. Per una “libera e consapevole determinazione”, l’arcivescovo di Palermo ha suggerito di fare del proprio credo una fonte di riflessione e silenzio e di impegnarsi per educare personalità libere. “La fideistica adesione ai media e alla rete, il dominio dei dati che controllano e orientano sentimenti e comportamenti planetari … minacciano oggi … la libera e consapevole determinazione” ha detto mons. Lorefice, per giungere a scelte umane autentiche occorre invece un “contatto con noi stessi, con la nostra interiorità”.
Le religioni devono difendere il diritto dell’altro
Con uno sguardo all’altro, l’arcivescovo di Palermo ha esortato a spogliarsi “degli orpelli della diffidenza, del primato, della divisione delle donne e degli uomini sulla base della religione”, a superare la “paura angosciosa dell’alterità che sembra esaltare la chiusura … il respingimento dell’altro che bussa alle nostre porte”. “Noi siamo qui a portare una parola di fiducia e a difendere il diritto dell’Altro” ha sottolineato.
Nessun compromesso con il potere per amore dell'uomo
Circa la relazione dell’uomo con il creato, il presule ha invitato ad abbandonare l’antropocentrismo e lo “sfruttamento scellerato” della natura, mentre sul connubio religioni e potere ha rimarcato che “in nome dell’amore a questo mondo” occorre svuotarsi di ogni primato, “mettere da parte qualunque forma di compromissione, per mostrare agli uomini un volto di libertà”. “In un momento così grave, di crisi epocale, di cambiamento radicale, la nostra parola deve levarsi in difesa del povero e dell’oppresso – ha aggiunto mons. Lorefice – in nome di un diritto che precede ogni altro, e che è il diritto di ogni uomo ad essere libero, uguale, felice, ad essere uomo senza aggettivi, senza precisazioni”. Per l’arcivescovo di Palermo, “vessazioni, muri, respingimenti, leggi liberticide, sfruttamento degli ultimi e dei senza voce devono trovare” nelle religioni il muro che interrompa “il viaggio dell’ingiustizia, dell’egoismo, del cinismo del potere che distrugge e annienta per conservarsi, per autorigenerarsi”.
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