La croce della Gmg a Panama La croce della Gmg a Panama 

Panama: procede la preparazione alla Gmg. Solidarietà con il Nicaragua

L'arcivescovo di Panama, mons. José Domingo Ulloa Mendieta, ha espresso la sua gioia per la conferma ufficiale della presenza del Papa dal 23 al 27 gennaio 2019 per la Gmg, ma nel contempo ha voluto esprimere la sua solidarietà alla Chiesa del Nicaragua, anche a nome della gioventù panamense

Mons. Ulloa ha usato parole dure per descrivere questa realtà, che conosce da vicino: "Il governo del Nicaragua supera il limite dell'inumano e dell'immoralità. La repressione criminale contro i civili, in maggioranza giovani studenti, è condannata da ogni punto di vista. La comunità internazionale non può essere indifferente!". "Da questa Chiesa pellegrina a Panama, vogliamo unirci alla condanna, al ripudio degli atti di aggressione contro il popolo nicaraguense, in particolare verso tutti i membri del clero del Nicaragua" ha detto l'Arcivescovo. "Questo non è altro che il frutto della mancanza di ascolto del grido del popolo".

In preghiera per le sofferenze del Nicaragua

Mercoledì 25 luglio, alle 17 nella Basilica di Don Bosco, ci sarà una preghiera particolare per il Nicaragua, "in modo che il Signore conceda la luce necessaria e, attraverso il dialogo, ben presto il popolo del Nicaragua possa ritrovare la pace che desidera ardentemente" ha invitato Mons. Ulloa. "Con la nostra preghiera e la solidarietà con il popolo nicaraguense e la Chiesa pellegrina in Nicaragua, il Signore vi benedica in questi tempi difficili" ha concluso. A livello diplomatico, giovedì scorso, Panama, attraverso il ministro degli Esteri Luis Miguel Hincapie, ha espresso la sua disponibilità a partecipare a qualsiasi processo di dialogo che possa risolvere la grave crisi in Nicaragua.

L’appello del Celam

Il Celam ha pubblicato un comunicato – ripreso dall’Agenzia Fides - per esprimere la solidarietà dei membri di questo organismo continentale alla Chiesa e al popolo del Nicaragua: “Di fronte a questa grave situazione, siamo chiamati ad essere la voce di coloro che non hanno voce, per far valere i loro diritti, di trovare percorsi di dialogo e di stabilire la giustizia e la pace, ‘affinché in Cristo tutti abbiano vita’ (cf. Aparecida 4); in modo speciale, coloro che si sentono sconsolati per la morte e la violenza. Vi incoraggiamo a continuare a essere difensori dei diritti umani e portatori di speranza" si legge nel documento. (C.E. - Agenzia Fides)

 

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22 luglio 2018, 09:00