La Chiesa accanto ai terremotati del centro Italia
Giordano Contu e Luca Collodi – Città del Vaticano
La Messa celebrata dal vescovo di Rieti mons. Domenico Pompili. La lettura dei nomi delle vittime, poi i rintocchi della campana della chiesa di Sant'Agostino. È terminata così la fiaccolata che questa notte ad Amatrice ha dato il via alle commemorazioni di quel triste 24 agosto 2016 che ha distrutto la cittadina laziale. Nel corteo era presente il vicepremier Luigi Di Maio, che indossava una felpa con la scritta Amatrice. “Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?". Mons. Pompili ha scelto le parole del profeta Ezechiele (Ez 37, 3) all’omelia “perché questa domanda - spiega - riecheggi i nostri interrogativi: potranno queste macerie risorgere? Tornerà ad essere abitato questo stupendo altopiano?”. Il presule parla anche delle tragedie più recenti come quelle del torrente Raganello e del ponte Morandi a Genova per ricordare che “le città che sono diventate invivibili. Il mondo è fragile. E l'uomo lo è ancora di più”. Questa mattina, sempre ad Amatrice, si è tenuta l’adorazione eucaristica presieduta dallo stesso vescovo di Rieti. Anche le comunità del vicino versante marchigiano hanno ricordato quella tragica notte con una Messa celebrata a Pescara del Tronto da mons. Giovanni D'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno.
L’opera della Chiesa di Rieti
In questi due anni l’opera principale della diocesi di Rieti è stata quella di “ascoltare le fatiche e i drammi” delle persone. Lo ha ricordato il vescovo di Rieti mons. Domenico Pompili. Ma non è tutto qui. Abbiamo “operato - spiega il presule - per la ripresa mi molte attività: soprattutto in ambito agricolo, in quello dell’allevamento e dei beni culturali”. In questi due anni la vita pastorale è stata resa più difficile a causa dei crolli e della mancanza di collegamenti. Mons. Pompili però sottolinea come “la Chiesa, pur avendo perso le sue strutture fisiche di riferimento, ha guadagnato in termini di relazioni e incontro con le persone”. Questo soprattutto grazie alla presenza di volontari, religiosi e religiose, sacerdoti e operatori della Caritas, afferma mons. Pompili
Mons. D’ercole: “La paura serve a ricostruire senza errori”
Nella Messa celebrata nella notte a Pescara del Tronto alla presenza del Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, mons. Giovanni d’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno ha sottolineato che la gente ha ancora paura ma ha aggiunto che proprio questo sentimento può essere positivo per ripartire nell’opera di ricostruzione, senza commettere gli errori del passato. Ai nostro microfoni mons. D’Ercole spiega che il “sogno” è stato al centro della commemorazione delle vittime di questa notte
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