Meeting di Rimini. Card. Scola: Gesù è un contemporaneo, non un assente
Luca Collodi – Rimini
“Ho scommesso sulla libertà”. E’ questo il titolo dell’autobiografia del cardinale Angelo Scola, presentata al Meeting di Rimini. Il volume, per i tipi di Solferino, è strutturato come un lungo dialogo con Luigi Geninazzi, inviato di Avvenire, con aneddoti e riflessioni. Nelle 300 pagine si passano in rassegna gli anni della formazione nel Lecchese, l’incontro con Don Giussani, l’impegno teologico, la missione pastorale a Grosseto, Venezia e Milano. Nell’intervista concessa a Radio Vaticana Italia, il porporato chiarisce anzitutto che la sua vocazione, nata in tenera età, ai tempi delle scuole elementari, è sbocciata anche grazie all’educazione ricevuta, “in maniera naturale”. (Ascolta l'intervista al cardinale Angelo Scola sulla sua autobiografia).
L’incontro con don Giussani
La figura di don Luigi Giussani, fondatore del movimento Comunione e Liberazione, è stata fondamentale nel cammino del cardinale Angelo Scola. “Con lui ho visto confermata l’intuizione avuta da bambino”, precisa, “vale a dire che o Cristo c’entra con il concreto della vita, con il tutto della vita, oppure diventa insignificante, diventa una realtà del passato”. “Il genio pedagogico di don Giussani”, prosegue, “consisteva in questo: nella capacità di farti capire che l’esperienza del rapporto con Cristo è attuale, è fattibile. Gesù è un contemporaneo non è un assente”.
L’amicizia con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI
La Congregazione per la Dottrina della Fede, di cui il teologo è stato consultore, gli consentono di inaugurare rapporti di stretta collaborazione con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Rapporti che nel caso di Papa Ratzinger risalgono al 1971, con la creazione della rivista internazionale Communio.
Papa Francesco, speranza per la Chiesa
Anche il rapporto con Papa Francesco è di vecchia data, dai tempi in cui il cardinale Angelo Scola è stato rettore della Pontificia Università Lateranense. “La conoscenza”, chiarisce, “si è approfondita all’interno delle congregazioni vaticane” e “soprattutto nel Sinodo dei vescovi”. “Lì – sottolinea – imparai a conoscere la serietà e la compostezza della sua persona”: “durante le pause continuava il suo lavoro”; “faceva sempre degli interventi molto pacati”. Un uomo il cui pontificato rappresenta, in qualche modo, “un pugno nello stomaco, soprattutto per gli europei”. “Speriamo – aggiunge – che con il suo aiuto le nostre Chiese possano ritrovare un diverso orizzonte e un diverso respiro, anche superando i problemi tragici che sono tristemente di attualità”.
La tragedia della pedofilia
Nella lunga intervista concessa, il cardinale Angelo Scola affronta anche lo scandalo della pedofilia che ha visto coinvolti membri della Chiesa, uno scenario drammatico sul quale si è soffermato lo stesso Papa Francesco recentemente con una Lettera al Popolo di Dio. “Anche un solo caso”, chiarisce il porporato, “è di troppo”, auspicando allo stesso tempo che “la modalità con cui il Papa sta affrontando il problema”, vale a dire “chiamando tutti a vivere la vergogna e il dolore per questa grande prova”, “riesca lentamente”, insieme con le “giuste procedure che in parte sono state già messe in atto”, a “farci fare un passo, a trasformare questa tragedia” in una rinascita, soprattutto “per le vittime”, così come a portare a “una presa di coscienza” da parte “del clero, dei laici, di tutti” che “la bellezza e la bontà della Chiesa non possono essere infangate dal suo personale”.
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