Mons. Lorefice: visita del Papa a Palermo provvidenziale anche per la Sicilia
Tiziana Campisi e Amedeo Lomonaco– Città del Vaticano
Nella lettera mons. Lorefice sottolinea che la visita del Papa "è una provvidenziale, felice e favorevole opportunità non solo per la Chiesa e i cristiani di Palermo ma anche per la nostra amata e martoriata Sicilia". Il Pontefice - scrive il presule - viene a chiedere ai palermitani di essere una Chiesa in uscita, prossima e povera, al fianco degli ultimi. Una Chiesa che si nutra del Vangelo sull’esempio di don Pino Puglisi. “Preparandoci a questa visita – spiega mons. Lorefice - noi ci riconsegniamo alla bellezza dell’Evangelo che abbiamo ricevuto e ascoltato, impegnando la nostra esistenza ad una continua conversione e a una condivisione appassionata, entusiasta e creativa della Parola in cui tutti possono trovare ristoro ed energia di vita”. “Quanto attuali - aggiunge mons. Lorefice - restano il Vangelo e il suo messaggio”: “quanto intenso e profondo è l’anelito degli uomini e delle donne di oggi alla felicità, ad un mondo più giusto, riscattato dal male, dalla sofferenza, dall’ingiustizia, dalla lacerazione del peccato”, “dalle tante morti e dalla morte”. Un mondo in cui le difficoltà e i bisogni – osserva l’arcivescovo di Palermo - ci trovino uniti nella ricerca comune di soluzioni e non pronti a separazioni dovute a interessi di gruppo. Il presule esorta poi a “dare ‘carne’ e ‘storia’ al Vangelo”, a ridare “contenuto ai segni religiosi” che le comunità cristiane “continuano, spesso stentatamente, a porre in essere”.
Una Chiesa-casa tra le case
L’arcivescovo di Palermo invita poi a porsi questa domanda: cosa viene a fare il Papa il prossimo 15 settembre?. “Il Papa – scrive mons. Lorefice - viene a dirci che la nostra venerata e antica Chiesa palermitana, non esente dalla scristianizzazione e dalla secolarizzazione, è chiamata a riconoscere questo momento come una provvidenziale e propizia chiamata ad un annuncio cristiano che si concentri sull’essenziale, su ciò che è più bello, più attraente e, allo stesso tempo, più necessario’”. Il presule, riferendosi alla Costituzione Dogmatica sulla Chiesa “Lumen gentium”, sottolinea poi che “il Papa viene per entrare nello spirito e nella ‘carne’ della nostra terra e del nostro popolo, per aiutarci ad essere Chiesa-casa tra le case, evangelizzatori prossimi e gioiosi, comunità cristiane capaci di riflettere la luce di Cristo”.
Ripartire con lo sguardo del Vangelo
Nella lettera, l’arcivescovo di Palermo si sofferma anche sulla figura di don Pino Puglisi ricordandone la “libera, quotidiana e radicale adesione alle beatitudini evangeliche”. Il presule aggiunge poi che Francesco chiede di essere una Chiesa ‘in uscita’ dalle proprie mura, una Chiesa che non annuncia una verità dall’alto delle proprie sicurezze, ma semplicemente il Vangelo di Gesù di Nazareth. Una Chiesa ‘prossima’, ‘povera’, che beva fino in fondo il calice della vita ordinaria e del tempo feriale, dentro le tante emergenze sociali. “Lì dove – aggiunge il presule - il volto umano è rigato dal dolore e sfigurato dal peccato”. “Lì dove abitano i vinti e gli scartati della Terra, dove stanno le vittime delle ingiustizie umane e dei poteri carsici e mafiosi”. Infine mons. Lorefice ricorda che Papa Francesco viene a sostenere la Chiesa di Palermo per chiamare la città “a ripartire con lo sguardo sempre acuto del Vangelo, con la parola della grazia di Dio per ogni uomo, con l’amore a noi donato, che dobbiamo offrire ad ogni fratello, dal più vicino al più lontano”.
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