Card. Ouellet: su abusi la gente è frustrata, serve impegno deciso
Alessandro Gisotti - Poznan
Le vittime di abuso devono poter esprimere “con massima libertà il loro dolore e la loro rabbia”. È quanto affermato dal cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, parlando ai giornalisti a margine della plenaria del Ccee, il Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa, a Poznań, in Polonia. “La solidarietà - ha detto - deve esistere all’interno della Chiesa, ma occorre anche che la gente esprima in tutta libertà la propria rabbia, insoddisfazione e frustrazione”.
Gli abusi hanno distrutto la vita di molti
Credo, ha aggiunto il porporato canadese, che i vescovi non devono solo ascoltare ma “anche invitare le persone che hanno sofferto a esprimersi, perché se queste ferite non sono espresse, distruggono la vita”. Negli ultimi anni, ha proseguito, abbiamo visto che “le sofferenze e le conseguenze degli abusi” sono enormi e durano per tutta la vita. Per il cardinale Ouellet, c’è allora “un lavoro di riparazione, di riconciliazione che bisogna portare avanti”. Servono atti decisi e l’impegno a tutti i livelli.
Coinvolgere le donne nella formazione dei sacerdoti
Con le recenti notizie, ha osservato, “c’è una crescente consapevolezza della gravità del problema degli abusi nella Chiesa” ed ha così messo l’accento sulla necessità di fare di più nella formazione dei sacerdoti. Per il prefetto della Congregazione per i Vescovi servirebbe “una maggiore partecipazione delle donne nella formazione dei sacerdoti per l’insegnamento” e “l’equilibrio affettivo”. Ancora, ha espresso l’auspicio di un miglior coordinamento dei dicasteri vaticani “per essere sicuri che lavoriamo tutti nella stessa direzione”.
Solidarietà al Papa, attacchi sono offesa molto grave
Per il cardinale Ouellet, la Chiesa sta dunque "affrontando una crisi" seria. Una crisi, ha osservato, "che si sta vivendo a livello di leadership, di vescovi" verso i quali c'è anche una "certa ribellione". É una "questione seria", ha ammesso, che "deve essere affrontata in modo spirituale e non in modo politico”. Quindi, ha definito i recenti attacchi a Francesco un'offesa "molto grave". La solidarietà al Papa, ha concluso, è “una condizione sine qua non per portare avanti la missione della Chiesa”.
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