Corbella: aperta inchiesta di beatificazione della giovane madre
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
“Un faro di luce che fa quasi toccare con mano la vicinanza amorevole di Dio Padre e aiuta a scoprire la bellezza della Chiesa”. Acclamato da un lungo applauso a San Giovanni in Laterano il Card. Vicario Angelo De Donatis ha parlato così di Chiara Corbella Petrillo, aprendo questa mattina la fase diocesana di beatificazione e canonizzazione. Proprio oggi la giovane donna avrebbe festeggiato con il marito Enrico i dieci anni del matrimonio celebrato ad Assisi.
Chiara, parola attuale sulla santità per la Chiesa di oggi
Il rito odierno, presieduto eccezionalmente nella Cattedrale di Roma per consentire alle centinaia di fedeli presenti di partecipare, è stato trasmesso in diretta tv e streaming e si è svolto a sei anni dalla morte della Serva di Dio, ventottenne, avvenuta il 13 giugno 2012 dopo aver rifiutato le cure per un tumore e portare così avanti la gravidanza. Da quell’atto oblativo è nato il piccolo Francesco presente oggi in braccio al papà Enrico. Vasta la risonanza di questa Causa, ha sottolineato il card. De Donatis, ravvisando in essa una “parola attuale che lo Spirito sta dicendo alla sua Chiesa per aiutarla a vivere la chiamata alla Santità come la parte essenziale e più bella della sua missione nel tempo che viviamo”.
La gioia della fede nelle prove della vita
Sebbene la sofferenza abbia accompagnato la vita di Chiara con la perdita di due figli subito dopo il parto e quel carcinoma alla lingua che lei chiamava “il drago”, è la gioia ad emergere nella sua storia. La speranza la portò a non farsi annientare dalla malattia e a tenere sempre lo sguardo fiducioso su Cristo Risorto. Una testimonianza che riflette quella santità - ha detto il card. De Donatis - “che è pienezza di umanità possibile nelle condizioni di vita quotidiane, perché fatta di Vangelo vissuto insieme ai fratelli nella fede. Quella santità di cui abbiamo bisogno”. E’ vero che “il cammino cristiano è esigente perché il Signore chiede tutto”, ma - come ricorda Papa Francesco nella Esortazione Apostolica Gaudete et exultate - “quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo creati”.
Un esempio di vocazione all’Amore
L’apertura del processo di beatificazione, nelle intenzioni del Postulatore padre Romano Gambalunga, “potrà essere di aiuto e ispirazione per innumerevoli persone a vivere la loro vocazione all’Amore, a lode e gloria della Santissima Trinità, nostro Dio”. Chiara, già da viva, era punto di riferimento per molti e tuttora continua ad attrarre ininterrottamente tanti pellegrini sulla sua tomba al cimitero del Verano dove, questo pomeriggio alle 16, verrà celebrata una messa in suo ricordo. L’auspicio del card. De Donatis è che “al termine dell’iter canonico, Chiara possa divenire un modello di santità, approvato dalla Chiesa, per tutti i fedeli cristiani e soprattutto per coloro che in questa giovane donna sposata e madre di tre figli trovano incoraggiamento e sostegno nel servizio all’amore coniugale e alla vita”.
Tutto è dono
Significativa la testimonianza di vita e fede offerta da Chiara ai giovani: era solita parlare dei sei anni di fidanzamento vissuti cristianamente con Enrico, come il periodo più difficile da lei affrontato, più duro anche della malattia. “Si trattava - ha spiegato il Cardinale Vicario - di far entrare Cristo dentro il rapporto con il suo fidanzato ed imparare ad amare col Suo amore”. Ripeteva infatti Chiara: “Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente perché tutto è un dono. Come dice San Francesco: il contrario dell’amore è il possesso”.
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