Suore di S. Teresa di Calcutta: un ricordo come madre dei piccoli e della tenerezza
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Stasera sarà il vescovo ausiliare della diocesi di Roma, mons. Gianrico Ruzza, a celebrare la Messa a San Gregorio al Celio. Suor Cyrene, Provinciale per l’Italia delle Missionarie della Carità ai microfoni di Radio Vaticana Italia, traccia un ricordo della Santa di Calcutta
R. - La ricordiamo con i nostri poveri, condividendo con loro, celebrando con loro, con i nostri volontari collaboratori. E la ricordiamo come la madre dei piccoli, come la madre anche della tenerezza, della compassione. Madre Teresa diceva sempre per Gesù, con Gesù, a Gesù, attraverso Gesù. Come nella storia di ogni vocazione, nella storia dei santi, vediamo che Gesù è il protagonista, Madre Teresa non ha mai voluto essere la protagonista, Gesù è l’amato, il Signore, ed è il tesoro prezioso che lei ha condiviso con tutti coloro che incontrava. Ed è lo stesso Gesù che ha riconosciuto e toccato soprattutto nei derelitti, negli afflitti e in tutti coloro che non sono riconosciuti e accolti nella loro dignità, senza fare alcuna differenza di nazionalità, di religione. Quindi la sua testimonianza ci invita a condividere quello stesso amore che abbraccia ogni uomo, soprattutto nella sofferenza, ad accogliere la beatitudine della povertà in spirito e della semplicità. E’ la madre dei piccoli, quindi direi - come Madre Teresa ci ricorda con le sue parole - che dobbiamo diventare piccoli per entrare nel cuore di Dio.
Il Papa all’udienza generale di oggi, nella sua catechesi, ha ricordato: “Quante volte abbiamo incontrato cristiani malati che ci hanno consolato con una serenità che non si trova nei gaudenti e negli edonisti e abbiamo visto persone umili e povere gioire di piccole grazie con una felicità che sapeva di eternità”. Lo stile di Madre Teresa…
R. - Sì, basta un sorriso, uno sguardo, l’incontro degli sguardi, perché oggi purtroppo siamo così frettolosi nella nostra vita quotidiana, non ci guardiamo… Quando ci si guarda allora ci si rende conto che nell’altro c’è l’immagine e la somiglianza di Dio. La pace inizia con un sorriso, Madre Teresa diceva questo. Iniziare da questo: piccole cose, ma con amore straordinario.
Voi continuate ad assicurare la vostra presenza anche in regioni del mondo dove sta diventando davvero molto difficile restare.
R. - Siamo presenti in Libia, siamo ancora in Siria e non lasciamo i nostri poveri, soprattutto Gesù nei più poveri. Lui ci vuole lì. Siamo ancora in Yemen nonostante le nostre martiri ad Aden; siamo ancora ad Odeida e a Sana’a, siamo adesso nella capitale, nonostante le difficoltà. E nonostante le persecuzioni, perché oggi ci sono persecuzioni ovunque. Noi abbiamo dato la nostra vita, abbiamo dato tutto a Gesù... Siamo sicure che Lui ci protegge, ci consola, così come i più piccoli, i nostri poveri. Ma per fare questo ci rendiamo conto che soprattutto abbiamo bisogno di Maria, della Madonna. Ed è questa un po’ l’eredità spirituale che ci ha lasciato Madre Teresa: siate tutti di Gesù attraverso Maria. Scegliere questa appartenenza a Gesù e affidarsi a Maria perché Madre Teresa si è affidata totalmente all’amore materno di Maria. Una volta qualcuno chiese a Madre Teresa perché tenesse il rosario sempre in mano, lei rispose: “E’ come tenere per mano la Madonna”. Madre Teresa quella mano non l’ha mai lasciata, anche nei momenti di oscurità, di difficoltà, di intensa sofferenza, anche di guerra, di persecuzioni.
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