Messaggio vescovi Emilia Romagna su abusi nella Chiesa
Fabio Colagrande - Città del Vaticano
I vescovi dell'Emilia Romagna hanno inviato alle loro diocesi un messaggio in cui invitano tutti a leggere e applicare la "Lettera al popolo di Dio" di Papa Francesco del 20 agosto scorso sull'impegno a combattere gli abusi sui minori nella Chiesa. Nel testo i presuli dicono no a ogni copertura e annunciano un progetto per formare laici referenti per la formazione e la prevenzione degli abusi.
Solidarietà e appoggio al Papa
“E’ stato un desiderio condiviso da mons. Zuppi, che è il presidente della nostra Conferenza episcopale, e poi da tutti noi vescovi, di esprimere solidarietà al Papa per il suo impegno su tutti i fronti, compreso questo della lotta agli abusi sui minori, che è molto importante e delicato”, spiega mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna Cervia e vicepresidente della Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna. “Abbiamo perciò preparato un testo che fosse di sollecitazione a ricevere la “Lettera al popolo di Dio” scritta dal Papa, a leggerla, a rifletterla nelle parrocchie, nei consigli pastorali, nelle famiglie, affinché diventi un fermento per cambiare quella mentalità che sta dietro a una parte degli abusi sui minori o perlomeno alla loro copertura quando avvengono”. “Oltre a questo volevamo che il Papa sentisse in questi giorni la nostra vicinanza, il nostro appoggio al suo cammino”.(Ascolta l'intervista a mons. Lorenzo Ghizzoni sul messaggio dei Vescovi)
Un salto di qualità
“Affermiamo che nel messaggio che l’impegno contro gli abusi deve vedere il popolo di Dio unito, perché il male non sia più nascosto e opportunamente denunciato. Serve un salto di qualità. Abbiamo bisogno di guardare al passato, chiedere perdono, aiutare le vittime, accompagnarle e riparare i danni. Ma abbiamo bisogno anche di prevenire: mettere in atto delle misure preventive o educative perché la prevenzione impedica il ripetersi degli abusi. Nel mondo, dove le Conferenze episcopali hanno preso delle misure gli abusi sono fortemente diminuiti”.
Referenti per formare alla prevenzione
“Annunciamo anche di aver previsto un percorso di formazione che permetterà di avere in ogni diocesi dei referenti, perlopiù laici, che si occuperanno della promozione dei cammini di formazione e prevenzione”. “E’ un anno che ci lavoriamo. Ogni diocesi ha indicato due o tre nomi di persone - professionisti laici, educatori, operatori pastorali, uomini e donne - che quest’anno frequenteranno un corso al centro per la prevenzione degli abusi della Pontificia Università Gregoriana per essere poi abilitati a creare in ogni diocesi un’equipe per la prevenzione. E’ un tema che non riguarda solo la vita della Chiesa, ma anche i minori esposti a questo rischio nella società civile, nelle famiglie, nelle scuole e nei centri sportivi. Serve quindi entrare nella mentalità della prevenzione”.
Troppi silenzi in passato
“In passato ci sono state mancanze serie, non solo in Italia lo sappiamo, per quanto riguarda la denuncia degli abusi. C’è bisogno di rimettere al primo posto la tutela dei minori, delle vittime degli abusi. Poi bisogna accompagnare anche i responsabili degli abusi per evitare che ne commettano ancora. E qualcosa si sta facendo anche in Italia. Ma mi pare che da noi siamo carenti soprattutto nella prevenzione e nella formazione e su questo bisogna lavorare”.
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