Ilva, mons. Santoro: dall'accordo un nuovo corso per Taranto
Luca Collodi – Città del Vaticano
“Attraverso il lavoro la persona realizza se stessa, la sua dignità”. Mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace commenta a Radio Vaticana Italia l’intervista di Papa Francesco al Sole 24 Ore anche alla luce delle vicende che interessano l’Ilva di Taranto.( Ascolta l'intervista integrale a mons. Filippo Santoro)
La dignità del lavoro
“Nel Sud abbiamo una forte disoccupazione che nei giovani tra i 19 ed i 29 anni supera il 50%”. Il Papa, ricorda mons. Santoro, al Sole 24 Ore, sottolinea come “più che la rendita, ciò che rende degna la persona è il lavoro. Certo in una situazione di povertà ha bisogno di un incentivo per iniziare un percorso economico, ma la persona si realizza perché lavora, non perché riceve un contributo che lo esime dal lavoro o che sostituisce il lavoro”.
La responsabilità degli imprenditori
“La cura della casa comune è un altro tema importante trattato dal Papa nell’intervista - continua il presule - che cade benissimo per la situazione di Taranto”. “Nella precedente gestione dell’Ilva" spiega "c’era distanza tra la fabbrica e i cittadini. Si pensava solo a fare un buon acciaio”. “Serve invece un rapporto positivo con la città e il territorio, con un investimento che sviluppi l’educazione, la prevenzione. Non c’è solo la produzione, ma il rapporto con le persone del territorio”.
L’accordo per la nuova Ilva
“L’aspetto fondamentale da difendere è stato ed è la difesa della salute e del lavoro". Come Diocesi - conclude mons. Santoro- abbiamo sostenuto la necessità di profonde innovazioni tecnologiche che rendessero possibile una produzione compatibile con la difesa della salute e dell’ambiente. Questi punti tra Governo italiano e Arcelor-Mittal sono stati sottoscritti ed approvati. Questo è un fatto positivo”.
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