Niger: rapito un missionario italiano
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
E’ stato rapito da presunti jihadisti, in Niger, nella notte tra lunedì 17 e martedì 18 settembre, padre Pierluigi Maccalli. Il sacerdote della Società delle Missioni Africane, originario della diocesi di Crema era rientrato la settimana scorsa da un periodo di riposo in Italia. Al momento del sewuestro con lui c'era anche un confratello indiano che è riuscito a fuggire. A darne notizia all’agenzia Fides è stato padre Mauro Armanino, anch’egli missionario Sma nell’arcidiocesi di Niamey. “Da qualche mese – ha spiegato – questa zona si trova in stato di urgenza a causa della presenza di terroristi provenienti da Mali e Burkina Faso”.
La famiglia in preghiera e in attesa di notizie dalla Farnesina
Raggiunto dall'agenzia dei vescovi italiani Sir, il fratello del missionario, padre Walter Maccalli, ha fatto sapere che la famiglia è in attesa di chiarimenti dal Ministero degli esteri Italiani: "Stanno lavorando per capire bene quale sia la situazione - ha affermato - ma non ci sono alcune notizie concrete al momento”. Sulle possibili ragioni del gesto padre Walter, anch’egli missionario, non si esprime: “Dobbiamo ancora capire come siano andate le cose. Ci auguriamo con tutto il cuore che possa risolversi per il meglio. Ci sono cose di fronte alle quali non possiamo fare nulla, se non pregare e attendere con fiducia”.
Un missionario tra gli ultimi e i dimenticati
Già attivo in Costa d’Avorio per vari anni, padre Pierluigi Maccalli svolge ora il proprio servizio nella parrocchia di Bomoanga in una zona isolata e dimenticata a causa della mancanza di strade altre vie di comunicazioni, anche telefoniche. Un’area afflitta da povertà strutturale dove i problemi di salute, igiene, carenza idrica e analfabetismo diffuso sono enormi.
Impegnato contro infibulazione
"Missione - ha detto padre Pierluigi Maccalli durante un'omelia di Pasqua - è fare esperienze forti di umanità". Il lavoro del sacerdote è stato infatti caratterizzato negli anni da uno sforzo nel coniugare evangelizzazione e promozione umana, attraverso scuole, dispensari e formazione per i giovani contadini. Sempre attento alle problematiche locali, il missionario si è sempre fatto promotore di incontri finalizzati al contrasto di alcune pratiche legate alle culture tradizionali come infibulazione ed escissione delle ragazze; tale impegno gli ha attirato una certa ostilità. Secondo fonti locali questo potrebbe essere uno dei moventi del rapimento.
I Missionari Sma accanto agli ultimi di Gourmancé dagli anni Novanta
Dagli anni Novanta la Missione cattolica della Società delle Missioni Africane (sma), spiega l’agenzia Fides, si trova in zona Gourmancé (Sud-Ovest) alla frontiera con il Burkina Faso e a circa 125 km dalla capitale Niamey: tra le priorità pastorali va menzionato il programma di impegno di Promozione Umana e di Sviluppo attraverso cellule di base chiamate Csd (Comité de Solidarité et Developpement). (Paolo Ondarza)
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