Nuovo direttore Caritas romana: “Carità non è elemosina"
Fabio Colagrande - Città del Vaticano
“Carità non è elemosina, dare le briciole. Ma ridare dignità agli indigenti, dare all'altro la parte migliore: e questo è giustizia” La pensa così don Benoni Ambarus, conosciuto come ‘don Ben’, sacerdote di origini rumene, che da sabato prima settembre è il nuovo direttore della Caritas diocesana di Roma. Già vicedirettore dell'organismo dall'ottobre 2017, don Ambarus ha svolto servizio pastorale per la diocesi del Papa dal 2001 e succede oggi a mons. Feroci che diventa rettore del seminario della Madonna del Divino Amore.
Togliersi i sandali
“In questi mesi al servizio della diocesi – spiega – ho imparato una nuova lettura del Vangelo attraverso gli occhi e il cuore dei poveri. Mi sono reso conto che i poveri sono coloro che ci possono insegnare a leggere diversamente e meglio il Vangelo della salvezza”. “Ho imparato anche – aggiunge don Ambarus – che la complessità della città, che riflette la complessità del mistero della vita umana, non la si può banalizzare o categorizzare in maniera semplicistica. Bisogna togliersi i sandali davanti al mistero. Avvicinarsi cioè alla realtà con grande rispetto e grande tatto”.
Illuminare le sfide dimenticate
“Povertà, disoccupazione, la mancanza di una casa, l’integrazione, salute mentale, dipendenze: sono tante le sofferenze e i casi di emarginazione in questa grande città”. “Le sfide sono talmente tante – spiega il neo-direttore – che a volte non si sa da dove cominciare. A seconda del quartiere, di ogni singolo portone di casa, ci sono delle sfide prioritarie rispetto ad altre”. “Come Caritas diocesana – aggiunge don Ambarus – tendiamo soprattutto a focalizzare l’attenzione e ad illuminare le realtà più fragili e delicate: proprio quelle che rischiano di essere trascurate. In alcuni quartieri c’è la sfida della casa, in altri quella del gioco d’azzardo: ma più spesso c’è un’interconnessione e soprattutto non c’è più una divisione netta in materia di povertà, fra periferia e zone centrali”.
Un rumeno a Roma
“Cosa significa come rumeno svolgere il servizio pastorale in Italia? Mi rendo conto che calarsi profondamente nella mentalità e cultura italiana, senza dimenticare le proprie radici, avvicinando queste due realtà e cercando di fonderle, crea una grande ricchezza, personale e comunitaria”. “E così, tutto il discorso della convivenza con gli immigrati, più che un problema è un’opportunità”.
Mai tirarsi indietro
“Essere alla guida della Caritas nella diocesi di Papa Francesco significa – conclude don Ben – avere la consapevolezza che dobbiamo lasciarsi interrogare da qualsiasi sfida ci viene incontro: non possiamo mai tirarci indietro”. “Ieri mattina mi ha chiamato il card. Krajewski, l’Elemosiniere pontificio – con il quale nei prossimi giorni avrò un incontro – e gli dicevo che essendo noi l’organismo che si occupa della carità nella diocesi del Papa dovremmo sentire anche la sua parola. Ci sentiamo in sintonia, in comunione. Sappiamo che come Pastore della diocesi ha un occhio su di noi e vogliamo essere ancora più docili alle strade che lui ha già aperto”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui