Paolo VI e mons. Romero: due vite donate alla Chiesa
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Uomini santi, uomini di fede, di preghiera, di completa dedizione al Vangelo. Paolo VI e mons. Romero sono stati essenzialmente il riflesso della luce di Cristo. Così li hanno descritti in Sala Stampa vaticana, il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e il cardinale Gregorio Rosa Chávez, vescovo ausiliare di San Salvador.
Paolo VI, testimone della fede
Raccontando la figura di Paolo VI, il cardinale Becciu si è soffermato su alcune peculiarità di Montini come l’amore per la preghiera e la sua umiltà "non artificiosa ma connaturale” che si esprimeva nel tipico gesto dell’inchinarsi, baciando la terra. “La sua vita – ha detto il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi – fu un dono a Dio e alla Chiesa perché la sua carità nasceva dal cuore, dalla predisposizione dell’anima”. Uno è l’elemento che il cardinale Becciu ha messo in luce più di altri: la capacità di soffrire. “Non era l’uomo del sorriso ma di una serenità profonda”.
Portò avanti il Concilio Vaticano II, visse aperte contestazioni soprattutto dopo la pubblicazione dell’enciclica Humanae Vitae, “con quest’ultima - ha evidenziato il prefetto Becciu - sapeva di diventare impopolare ma lui rispondeva alla sua coscienza e non cercava l’applauso. Metteva sempre al primo posto Dio, la sua coscienza e la Chiesa”. Una luce che nonostante le oscillazioni della storia non si spegnerà mai più.
Mons. Romero, uomo della riconciliazione
Dopo aver presentato brevemente gli altri prossimi Santi, la parola è andata al vescovo ausiliare di San Salvador, il cardinale Gregorio Rosa Chávez, che ha ricordato i tanti avvenimenti in programma anche a Roma per ricordare mons. Oscar Romero. Moltissime le persone che parteciperanno alla Messa di canonizzazione, cinquemila connazionali, più altri duemila che arriveranno da tante parti del mondo. “Uomo timido, timidissimo - ha affermato il porporato - ma anche un perfezionista che più volte aveva indicato la conversione del cuore come unico cammino per la riconciliazione del Paese”.
Una pista argentina per l’omicidio di Romero
Rispondendo ad una domanda in italiano, il cardinale Gregorio Rosa Chavez ha parlato di una pista argentina per spiegare l'omicidio di Romero. Ad oggi ancora non è noto il nome del killer che lo uccise il 24 marzo 1980 a San Salvador. “Romero era stato avvisato – ha affermato – e lui ha offerto a Dio la sua sofferenza”.
Vite spese per la Chiesa
Il cardinale Becciu, ai giornalisti, ha confermato che Benedetto XVI non sarà presente alla Messa di canonizzazione di domenica, che Paolo VI resterà sepolto nelle Grotte Vaticane perché nel suo testamento diceva di voler restare “nella terra nuda”. Per il porporato sia Papa Montini sia Romero sono uomini che hanno dato tutto per la Chiesa.
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