“Carlo Carretto ieri e oggi”: una figura di grande attualità per la Chiesa e i giovani
Debora Donnini - Città del Vaticano
Da presidente nazionale della Gioventù Italiana di Azione Cattolica a religioso della Congregazione dei Piccoli Fratelli di Gesù, ispirata dalla figura di Charles de Foucauld. Carlo Carretto è stato una figura centrale nel mondo cattolico del ‘900. Dal 1965 visse a Spello, in Umbria, dove fondò un centro di preghiera e contemplazione eremitica e visse come Piccolo Fratello fino alla sua morte. Proprio la cittadina umbra, in occasione del 30.mo anniversario della morte, ospita da giovedì a sabato una serie di iniziative: momenti di preghiera e di riflessione. Fra questi, la presentazione del libro della casa editrice Ave, “Carlo Carretto ieri e oggi” scritto dal giornalista Gianni Borsa, che nell’intervista a Vatican News si sofferma proprio sull’attualità di Carretto. (Ascolta l'intervista a Gianni Borsa).
Carretto è una figura di estrema attualità sia sul versante ecclesiale, sia su quello culturale e civile. E’ certamente un uomo del suo tempo - è morto nel 1988. Se andiamo a rileggere i suoi libri, troviamo una Chiesa in uscita, una Chiesa che si confronta con la modernità, una Chiesa conciliare. Soprattutto abbiamo la figura di un credente che fonda la propria vita, sia quella spirituale sia di ogni giorno, sulla Bibbia e sulla Parola. La figura di Carretto è un’unità fra il silenzio, la preghiera, la Parola di Dio. Da questo punto di vista, ci è sembrato che riproporre la sua figura anche ai giovani fosse un’operazione di valore.
Cosa l’ha colpita personalmente di più, andando ad indagare la figura di Carretto?
Mi ha colpito la sua capacità di essere coerente pur in fasi della vita diverse fra loro. Nasce nel 1910 e fino al 1954 resta fortemente impegnato nell’apostolato. Basti pensare al suo ruolo nell’Azione Cattolica come presidente dei giovani. Insomma, l’evangelizzazione in prima linea. Poi passa 10 anni nel deserto, dal 1954 al 1964, in compagnia della sola Bibbia dove appunto si mette a confronto col Signore, in tutta trasparenza ed essenzialità. Torna, quindi, in Italia e fino alla morte incontrerà tanti giovani, parlerà loro della fede, li ascolterà e li aiuterà a cercare la propria strada. Fasi assolutamente diverse della vita, vissute con una grande coerenza e continuità. Mi pare che Carlo Carretto ci insegni proprio questa coerenza di vita.
Tra gli incontri a Spello viene anche proposto il film “Il mio nome è Thomas”, che prende spunto appunto da “Lettere dal deserto”. Perché?
E’ per noi una bella occasione che Terence Hill abbia preso spunto da “Lettere dal deserto”, che è il racconto dell’esperienza di Carretto nel deserto del Sahara. E’ uno spunto interessante nella ricerca di se stessi, del proprio posto nel mondo. E da questo punto di vita Terence Hill è stato molto intelligente a riprendere quel volume e quello spunto. Quindi venerdì 5 proietteremo il film e poi ci sarà un incontro proprio con Terence Hill.
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