Mons. Dario E. Viganò: “La Chiesa di Francesco? Plurale e sinodale”
Quella di Francesco è una Chiesa plurale e sinodale. Lo ha ribadito mons. Dario Edoardo Viganò intervenendo al Convegno nazionale dei Cappellani e degli Operatori per la pastorale penitenziaria terminato oggi a Montesilvano, nel pescarese. ‘Chiesa riconciliata in carcere’ il titolo scelto per la tre giorni svoltasi alla presenza numerosi partecipanti, tra religiosi e laici, molti dei quali, spesso a titolo volontaristico, impegnati ogni giorno al fianco di quanti stanno scontando una pena.
Camminare assieme
Un ruolo non facile quello a sostegno dei detenuti animato da un profondo spirito di condivisione. “Si tratta di una pastorale complicata a cui Papa Francesco guarda con molta attenzione”, ha affermato mons. Viganò toccando uno dei leitmotiv dell’iniziativa, caratterizzata da molteplici riflessioni nell’ambito di diversi panel e culminata stamattina con una Messa presieduta dall’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro.
L’esempio di San Paolo
“Come Chiesa – ha detto mons. Viganò – stiamo vivendo un tempo così complesso che i sentimenti che possono nascere rischiano di essere improntati alla chiusura, alla delusione se non a volte alla malinconia”. Nel corso del suo intervento, intitolato ‘La Chiesa al tempo di Papa Francesco’, mons. Viganò ha concentrato l’attenzione sulle dinamiche attuali citando San Paolo. “Ascoltando la sua esperienza con la comunità di Corinto – ha aggiunto – tutto può presentare rovine attorno a noi, ma appunto alla fine ‘Chi ci separerà dall’amore di Cristo?’”.
L’unità della Chiesa
Mons. Viganò si è poi soffermato sul concetto di Chiesa plurale. “Al principio – ha spiegato – la Chiesa era plurale. Allora, da Gerusalemme, ad Antiochia, Costantinopoli, Alessandria e Roma, tutte le Chiese si glorificavano di essere state fondate da un solo apostolo assicurando così un legame certo con la figura di Gesù e la tradizione antica”. E oggi? “Uno sguardo meno ‘romanocentrico’ – ha concluso - permette certamente un ascolto sereno e accogliente delle differenti tradizioni ecclesiali e religiose”.
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