I vescovi cinesi al Sinodo: qui c'è l'unica fede della Chiesa, siamo una grande famiglia
La gioia di poter partecipare ad un Sinodo per la prima volta, la calorosa accoglienza e la consapevolezza di far parte di una grande famiglia, quella della Chiesa, sono alcuni sentimenti espressi dai due vescovi della Cina continentale Giovanni Battista Yang Xiaoting e Giuseppe Guo Jincai in occasione di una intervista rilasciata ieri, 12 ottobre, alla redazione cinese di Radio Vaticana-Vatican News presso Palazzo Pio. I due presuli hanno raccontato la loro esperienza sinodale e descritto l’attività pastorale delle loro diocesi.
Eccellenze, potete esprimere i vostri sentimenti per la vostra presenza in Vaticano per questo Sinodo sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale?
Mons. Giuseppe Guo Jincai: Come vescovo cinese, sono contento di partecipare al Sinodo per la prima volta. Sentiamo che la Chiesa è una famiglia e abbiamo ricevuto un’accoglienza e un benvenuto calorosi. Insieme al Papa, ai cardinali e ai vescovi di tutto il mondo, abbiamo parlato dei problemi che riguardano i giovani, il discernimento delle vocazioni e come affrontare le sfide del nostro tempo. Sentiamo che qui c’è l’unica fede della Chiesa e che siamo una grande famiglia. Abbiamo condiviso le nostre riflessioni con altri vescovi e discusso i temi attuali che dobbiamo affrontare.
Mons. Giovanni Battista Yang: Sono d’accordo con mons. Guo. Ho lo stesso sentimento a questo riguardo. Questo Sinodo è fatto per i giovani di tutto il mondo. Per i giovani cinesi, questo Sinodo è molto attuale e i temi che sono stati discussi è ciò di cui abbiamo bisogno per la formazione delle vocazioni e sono come una guida. Per noi è molto significativo questo Sinodo, una buona esperienza.
Potete parlarci della realtà vocazionale dei giovani cinesi, dell’accompagnamento della vocazione e della formazione?
Mons. Giovanni Battista Yang: Fin dal 2002 mi occupo di formazione nel seminario a cui dedico gran parte del mio tempo. Per la formazione e il discernimento, penso che i problemi incontrati sono simili agli altri Paesi nel mondo. Per il discernimento delle vocazioni, lavoriamo sulla formazione, sul catechismo, sull’importanza del concetto di vocazione, che non è solo per i consacrati, ma anche per i laici. Nel discernimento, partiamo da un lavoro pastorale, perché i giovani possano guardare la propria vocazione da diversi punti di vista. Nelle diocesi che sono più preparate ci sono il Comitato per le vocazioni e l’Ufficio pastorale per i giovani, che offrono accompagnamento in diversi aspetti della vita.
Parlando delle vocazioni religiose, ci sono dei progetti per aiutare i giovani al discernimento?
Mons. Giovanni Battista Yang: Come dicevo, nelle diocesi più preparate c’è il Comitato per le vocazioni e i giovani sono accompagnati dai sacerdoti sia nella formazione che nella fede, oltre che nella crescita umana. Questi progetti sono iniziati più di dieci anni fa all’interno della Chiesa in Cina. Abbiamo convocato dei seminari importanti, lanciato dei progetti e discusso su come affrontare le sfide attuali e gli sviluppi nel futuro.
Anche il matrimonio è una vocazione. Per i giovani che hanno intenzione di seguire questa vocazione, le vostre diocesi hanno progetti di formazione o accompagnamento?
Mons. Giuseppe Guo Jincai: Sotto la guida dei vescovi, nelle diocesi e in ogni parrocchia abbiamo degli Uffici di accompagnamento soprattutto per i giovani sposati e per quelli che si preparano al matrimonio, offrendo loro la cura pastorale. L’ Esortazione “Amoris laetitia” ha manifestato l’amore di Papa Francesco per i giovani e le famiglie. Credo che questo sia importante per ogni famiglia, perché ogni famiglia riceve la chiamata da Dio. Ogni famiglia e la vocazione della famiglia sono legate alla crescita della Chiesa e al servizio per la società. Perciò, la stabilità familiare porterà il bene a tutta la società. Dobbiamo pregare per le famiglie e per questa vocazione, affinché con la fede possano essere mantenute le promesse matrimoniali e continuino a seguire questa chiamata di Dio. Per questo, preghiamo per i giovani e le famiglie.
Mons. Giovanni Battista Yang: Nelle diversi diocesi in Cina continentale si fanno varie attività a favore del matrimonio e della famiglia. Ogni diocesi, secondo le proprie esigenze, offre una formazione prematrimoniale e durante il matrimonio. Alcune diocesi, più preparate o che dispongono di risorse, aiutano le parrocchie a offrire dei corsi per i giovani, sempre sotto la guida del Comitato pastorale. Alcune diocesi hanno il proprio Centro, con dei corsi regolari o di breve periodo, hanno anche una formazione sull’etica matrimoniale che aiutano molto i giovani nella vita matrimoniale.
Quale tema del Sinodo vi ha più colpito?
Mons. Giuseppe Guo Jincai: In me è rimasta la parola cui tutti noi abbiamo dato importanza: la vocazione. Ma che cosa è la vocazione? La vocazione è la chiamata di Dio. Dio chiama ogni persona, perché ognuno di noi è creato da Lui. Adesso sentiamo che il nostro compito è ancora più difficile sul tema della vocazione dei giovani. Siamo chiamati a proclamare il Vangelo, a rafforzare la fede e servire la nostra società, dando il nostro contributo al Paese. Auspichiamo anche che con la vocazione possiamo portare la pace nel mondo.
Mons. Giovanni Battista Yang: Il tema di questo Sinodo, la fede e il discernimento vocazionale, è molto interessante, significativo e attuale per la Chiesa di oggi. La Chiesa oggi parla dei problemi che dobbiamo affrontare, di come aiutare i giovani a vivere la loro fede e trovare i veri valori nella loro vita. Questa è una delle discussioni più importanti. In questo tema, abbiamo visto delle difficoltà e delle sfide in altri Paesi del mondo. In realtà, questo Sinodo ci aiuta a capire come si possono accompagnare i giovani nel lavoro pastorale, come aiutarli a testimoniare la fede seguendo la propria vocazione.
In questo Sinodo si è parlato spesso di una parola chiave: “ascoltare”, cioè ascoltare e accompagnare, ascoltare la voce dei giovani. Quali sono le vostre riflessioni a riguardo?
Mons. Giuseppe Guo Jincai: Ho condiviso la mia riflessione nel Circolo minore in lingua francese, insieme a cardinali e vescovi di diverse nazionalità. In realtà, quando parliamo insieme, questo è già ascoltare, cioè ascoltare le voci dei giovani che vengono da diverse nazioni, e ascoltare significa anche accompagnare. Ascoltare permette che i giovani non si sentano più soli, non sono più senza speranza quando hanno difficoltà, perché la Chiesa sarà sempre la loro famiglia e li accompagnerà per sempre.
Mons. Giovanni Battista Yang: Fin dall’inizio, in questo Sinodo, sia nelle Congregazioni generali che nei Circoli minori, ci sono molti che parlano, anche giovani e laici. E riflettere sui loro discorsi, anche quelli di cardinali e vescovi, è in sé anche ascoltare per me. Perciò, la parola ascoltare è realmente attuata in questo Sinodo.
Cosa volete dire ai giovani e ai cattolici cinesi?
Mons. Giuseppe Guo Jincai: Fratelli giovani nella fede, il nostro proposito più sentito in questo Sinodo è proprio quello di ascoltare le voci dei giovani nelle diversi situazioni, anche quella dei giovani cinesi. Preghiamo per voi e vi accompagneremo, ascoltando le vostre esigenze. Vi aiuteremo con cura pastorale, come Gesù Risorto ascoltava e accompagnava i due giovani nella strada per Emmaus. Che Dio abbia cura di voi!
Mons. Giovanni Battista Yang: Penso che in questo momento i giovani e i cattolici vogliano sapere quale ispirazione potrebbe giungere a loro da questo Sinodo. Aspettano un lieto messaggio. Vorrei condividere un mio desiderio con i giovani nella Cina continentale. Questo Sinodo è per i giovani di tutto il mondo e anche per i giovani cinesi. Qui si parla dell’accompagnamento, di cercare di risolvere i problemi dei giovani, della guida per i giovani nella fede. Vorrei dire a voi: la Chiesa ha bisogno dei giovani, la Chiesa ama i giovani e soprattutto vede che i giovani sono il futuro della Chiesa. Il Signore ama i giovani, la Chiesa ama i giovani, noi vescovi amiamo i giovani.
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