“Per la diversità, contro la disuguaglianza”: la Giornata Cei del Ringraziamento
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Nel giorno della festa di San Martino, celebre per l’episodio del mantello donato ai poveri, la Chiesa italiana e la Coldiretti rendono grazie per i frutti raccolti dalla terra e per benedire la nuova annata. Nella 68.ma Giornata nazionale del Ringraziamento sul tema: “Secondo la propria specie (Gen.1,12): per la diversità, contro la disuguaglianza”, i vescovi hanno inviato un messaggio riprendendo passi della Laudato sì di Papa Francesco e denunciando il modello imposto dal mercato globale, privatizzando la biodiversità agricola e perdendo - stando alle stime della Fao - il 75% della biodiversità nel corso del 20.mo secolo. Un danno che mette a repentaglio la sicurezza alimentare soprattutto dei più poveri e di chi lotta contro la piaga della fame.
Ringraziare anche per il valore delle persone
“Ringraziamo per i doni ricevuti, per la biodiversità e perché l’agricoltura si sta rivelando come un potenziale enorme non solo perché è una realtà che produce i beni di cui ci cibiamo, ma perché produce beni relazionali che significa valorizzare le persone, metterle al centro l’umanità”. Lo sottolinea don Bruno Bignami, direttore dell'Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, (Ascolta l’intervista) per il quale sull’agricoltura “si sta giocando una partita importante che riguarda la dignità umana”. Riprendendo i temi della Laudato si’, don Bignami evidenzia come “la perdita di biodiversità sia uno dei fattori di impoverimento dell’umanità”. “Poche sementi - afferma - in mano a pochi uomini generano conseguenze anche nella custodia del Creato”. Ricordando i tanti vitigni che ci sono in Italia, ad esempio, il direttore dell’Ufficio Cei sottolinea la necessità di non guardare solo alla quantità perché “la differenza rappresenta una possibilità enorme per il mercato di oggi”.
Pisa, città della Giornata del Ringraziamento
A Pisa si tengono le celebrazioni della Giornata; alle 11 in Duomo la Messa presieduta dall’arcivescovo mons. Giovanni Paolo Benotto. “E’ un grande onore per la città”: spiega Fabrizio Filippi, presidente della Coldiretti Toscana, (Ascolta l’intervista) che ricorda come l’agricoltura della regione sia stata preservata dall’ondata di maltempo che ha interessato l’Italia. “Dobbiamo affrontare delle battaglie che non significa alzare barriere doganali ma preservare ciò che produciamo”. “Se importiamo riso dal Medio Oriente a dazi zero – afferma – dobbiamo sapere che quel riso è coltivato con prodotti chimici che da noi sono banditi e con una manodopera basata sullo sfruttamento. C’è un problema di sicurezza alimentare ma anche etico perché il consumatore si deve porre delle domande nel momento in cui acquista”. “Serve - sottolinea il presidente della Coldiretti Toscana - un nuovo umanesimo, per mettere al centro la natura e l’uomo maggiormente attento alla gestione del territorio, al lavoro dignitoso, intervenendo su questioni annose come lo sfruttamento e il caporalato”.
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