Chiesa India: Domenica per la liberazione dei dalit
L’iniziativa - riferisce AsiaNews - si svolge dal 2007 e dallo scorso anno è in programma nella seconda domenica di novembre. Il tema di questa edizione è “Quanto a me e alla mia casa, vogliamo servire il Signore” (Giosuè 24:15). Esso è stato scelto anche per ricordare il 10.mo anniversario delle violenze contro i cristiani del Kandhamal, in Orissa. Per padre Raj, segretario dell’Ufficio per le caste e le tribù svantaggiate, l’evento è “un sonoro appello all’intera comunità cristiana a rinnovare la nostra fede, risvegliare la nostra coscienza ad essere la voce di chi non ha voce e stare dalla parte dei dalit vulnerabili”.
Ai dalit vengono negati i diritti riservati alle caste svantaggiate
Il segretario Raj spiega che l’obiettivo è attirare l’attenzione “sulla discriminazione dei dalit cristiani, sia all’interno della Chiesa sia nella società”. “La nostra Costituzione – afferma il sacerdote – garantisce la libertà di professare, praticare e diffondere la propria religione. Ma nella realtà dei fatti non è così, perché ai nostri fratelli e sorelle dalit vengono negati i diritti riservati alle caste svantaggiate (scheduled castes), solo perché essi si sono convertiti al cristianesimo. Pertanto viene loro negata anche la libertà di credo”.
La discriminazione dei dalit è ancora radicata nella società
In India la divisione in caste è stata abolita dalla Costituzione, ma la discriminazione è ancora radicata nella società. L’Ordine costituzionale del 1950 esclude cristiani e musulmani dalle quote riservate per l’accesso ai posti di lavoro e alle scuole, che invece vengono garantite agli altri dalit indù, buddisti e sikh. Per superare l’emarginazione degli ex “intoccabili” nelle gerarchie ecclesiastiche, nel 2016 la Cbci ha approvato un piano d’azione per l’inclusione dei dalit. (N.C. – AsiaNews)
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