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Futuro dell’Europa, card. Bassetti: progetto europeo da rilanciare, non da distruggere

Partecipando ad un convegno sul futuro del progetto europeo, il cardinale Bassetti ha sottolineato che è privo di fondamenti un ipotetico distacco dell'Italia dall'Europa. Sul tema delle migrazioni ha aggiunto che serve un'Europa solidale. "Ma se vincono i singoli egoismi nazionali non c’è Europa che tenga”

Amedeo – Lomonaco – Città del Vaticano

“L’Italia ha un bisogno forte dell’Europa e l’Europa ha una necessità vitale dell’Italia”. “Nessuno ci guadagnerebbe da un ipotetico distacco”. Un distacco che, tra l’altro da un punto di vista storico, geografico, spirituale e culturale non ha alcuna ragion d’essere”. E’ quanto ha rimarcato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, aprendo stamani a Roma il convegno intitolato "La nostra Europa". “Si può ovviamente discutere sulle modalità politiche di stare assieme - ha aggiunto il porporato - ma l’Europa e l’Italia hanno un cammino comune millenario che preesiste al processo di unità politica degli ultimi decenni”.

Il progetto europeo e il ruolo dell’Italia

 “È assolutamente necessario - ha spiegato il presidente della Cei - rilanciare un progetto europeo in cui l’Italia possa svolgere un ruolo da attore protagonista”. “Rilanciare significa anche rivedere, migliorare, riformare: non distruggere”. Indicando questi passi, il cardinale Bassetti ha ricordato in particolare le parole pronunciate da Alcide De Gasperi nel 1954: “i popoli che si uniscono, spogliandosi delle scorie egoistiche della loro crescita, devono elevarsi anche a un più fecondo senso di giustizia verso i deboli e i perseguitati”.

Migranti, serve un’Europa solidale

Il porporato si è poi soffermato sul “rischio della xenofobia” e sulla “questione dei flussi migratori”. “Serve - ha osservato - un’azione coordinata a livello internazionale”. Su questo punto è fondamentale “il ruolo dell’Europa, ma se vincono i singoli egoismi nazionali non c’è Europa che tenga”. L’innalzamento dei muri - ha proseguito - è “da un lato il triste epilogo di chi non sa dare una risposta e quindi preferisce chiudere gli occhi; e dall’altro lato, è un tragico avvertimento per quello che potrebbe accadere in futuro”. “Ciò che serve non è meno Europa, ma al contrario più Europa”: un Europa “sussidiaria e solidale, attenta ai bisogni dei cittadini e rispettosa delle culture, delle fedi e delle identità”. “Un’Europa autenticamente politica e non solo economica”.

Europa unita

Articolando il proprio intervento sul tema “Unione europea, unione di popoli, unione di destini”, il porporato si è inoltre soffermato sul concetto di unità, la “massima espressione di un corpo vivo, in cui ogni membro, ogni popolo, è parte di un tutto”. “Oggi, proprio quando le voci critiche sembrano essere sempre più numerose - ha osservato - è necessario rimarcare con vigore l’importanza religiosa, culturale e politica dell’Europa unita”.

Riscoprire la gioia del Vangelo

“L’unità religiosa e culturale - ha infine sottolineato il cardinale Bassetti - non significa certo l’imposizione del cristianesimo ai popoli d’Europa”. “La nostra vecchia Europa - ha spiegato il porporato - ha bisogno di riscoprire questo messaggio di amore, la gioia del Vangelo e la bellezza della vita cristiana”. Al Convegno, organizzato da Acli, Azione Cattolica, Comunità Sant’Egidio, Confcooperative, Fondazione Ezio Tarantelli della Cisl, Fuci e Istituto Sturzo, hanno partecipato anche l’economista Enrico Giovannini, il sociologo Stefano Allievi, il docente di politica internazionale Filippo Andreatta, e il sociologo Mauro Magatti.

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30 novembre 2018, 10:55