Egitto: agenti uccidono 19 jihadisti autori dell'attacco ai copti
Le forze di sicurezza egiziane – riferisce l’Agenzia AsiaNews - hanno ucciso 19 estremisti islamici, ritenuti responsabili dell’attacco al bus di pellegrini copti del 2 novembre scorso, in cui sono morte sette persone (fra cui bambini), almeno 12 i feriti. Secondo quanto riferiscono fonti del ministero degli Interni del Cairo, i miliziani sono morti in un conflitto a fuoco con la polizia che era da qualche ora sulle tracce di “elementi terroristi in fuga” in un’area desertica a ovest della provincia di Minya.
Il dolore del Papa all’Angelus di ieri
Ieri all’Angelus Papa Francesco ha espresso “dolore” per i pellegrini copti, uccisi “perché cristiani”. Alcuni jihadisti legati allo Stato islamico (Isis), che ha rivendicato l’attentato, hanno colpito i fedeli a bordo di tre autobus e diretti al monastero di san Samuele il Confessore.
I copti nel mirino dei terroristi islamici
Quello del 2 novembre è solo l’ultimo di una serie di attacchi contro la minoranza cristiana copta, che rappresenta il 10% circa del totale della popolazione. Il ministero spiega che le forze di sicurezza hanno ingaggiato un intenso scontro a fuoco con “terroristi” in fuga, pur senza specificare quando è avvenuto il fatto. A conferma dell’operazione, il Cairo ha diffuso le immagini dei corpi e una tenda in cui avrebbero trovato rifugio subito dopo l’attentato. Accanto ai cadaveri sono state rinvenute pistole, fucili e volantini di propaganda dello Stato islamico.
I funerali delle vittime dell’attentato
La sera stessa dell’attentato e il giorno successivo si sono svolti i funerali delle vittime; durante le cerimonie si sono registrati momenti di tensione, con i partecipanti che hanno dimostrato la loro ira per il nuovo attacco subito. Alle esequie del 3 novembre, cui hanno partecipato centinaia di persone, erano presenti quattro vescovi copti, inviati daTawadros II per concelebrare la funzione assieme al vescovo Makarios di Minya. Il rito si è svolto alla chiesa di Al-Amir Tadros a Minya, fra imponenti misure di sicurezza.
Risarcimenti alle famiglie delle vittime
Nel frattempo il governo egiziano ha deciso di compensare le famiglie delle vittime con una somma in denaro. Ghada Wali, ministro della Solidarietà sociale, ha inoltre disposto il pagamento di una pensione mensile. Il presidente Abdel-Fattah Al-Sisi ha chiamato papa Tawadros per esprimere il cordoglio del governo e del Paese. Sul suo profilo Facebook egli ha quindi manifestato dolore per “l’uccisione dei martiri”, un assassinio che intende “minare nel profondo il tessuto della nazione”.
A novembre la Chiesa non sospenderà le attività liturgiche e pastorali
Dopo la strage - riporta l'Agenzia Fides - i copti non chiuderanno le chiese e non daranno seguito agli appelli di chi invita a sospendere le ordinarie attività liturgiche e pastorali nel mese di novembre come segno di lutto e di denuncia delle violenze subire. E questo proprio perché la Chiesa è chiamata a celebrare i propri martiri come vincitori, se intende davvero non rinnegare la missione apostolica a cui è stata chiamata. Lo riferiscono i media egiziani, citando fonti ufficiali del Patriarcato copto ortodosso le quali ribadiscono che la Chiesa continuerà a pregare e a celebrare nella liturgia i misteri della fede, facendo anche memoria dei nuovi martiri, proprio per rimanere fedele alla propria missione. (Agenzia AsiaNews)
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