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Mons. Pizzaballa: “A Gaza non si perde la speranza”

“E' stato un viaggio interessante e utile per comprendere meglio la realtà locale. È stata una bellissima occasione, inoltre, per incontrare la comunità di Gaza, per vivere insieme a loro preoccupazioni ma anche speranze”. Così mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, dopo la sua recente visita nella striscia di Gaza

Il viaggio, compiuto dal 1 al 4 novembre – riferisce l’Agenzia Fides - è stato un’opportunità “sia per incontrare le diverse realtà della comunità cristiana presenti (come scuole, attività sociali, scout, giovani e gruppi giovanili) ma anche per condividere qualche momento con le famiglie più bisognose”, rileva. L'amministratore apostolico nella sua seconda visita a Gaza, ha potuto vedere direttamente le difficoltà che la popolazione di Gaza - circa due milioni di palestinesi - sta vivendo, data la chiusura dei valichi nella Striscia, per persone e merci, e i noti problemi economici e sociali esistenti. “Ma ho potuto constatare - ha detto - che malgrado ciò la comunità cristiana di Gaza è rimasta unita. Certo, ci sono piccole questioni aperte, ma averla incontrata è un incoraggiamento, anche per me”.

Inaugurata una Casa per anziani e disabili

Durante la visita, mons. Pizzaballa ha inaugurato una casa per anziani e per disabili. “Oltre ad inaugurare la nuova casa, ha incontrato diverse famiglie cristiane e musulmane” ha riferito il parrocodi Gaza, padre Mario Da Silva. L’Amministratore Apostolico ha concluso la sua visita celebrando la Santa Messa presso la parrocchia latina della Sacra Famiglia, l'unica della striscia di territorio, di cui fanno parte circa 140 cattolici.

La situazione umanitaria a Gaza è insostenibile

Nelle ultime settimane si è nuovamente acuita la tensione tra Israele e abitanti palestinesi di Gaza, dove si registra una situazione da molti osservatori giudicata "insostenibile", da un punto di vista umanitario e politico, per due milioni di palestinesi che vivono come prigionieri, sotto embargo da oltre dieci anni, in meno di 400 chilometri quadrati di terra. (Agenzia Fides)

 

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10 novembre 2018, 13:30